Riceviamo e volentieri pubblichiamo la relazione tenuta da Grazia Tagliavia in occasione della presentazione svoltasi il 04 dicembre scorso di due recenti libri pubblicati dalle Paoline sulla figura di Cataldo Naro
di Grazia Tagliavia
C’è una parola, fra tutte, che torna insistente nelle pagine de Lo sguardo dell’aquila: ricordo.
Risuona dalla prima all’ultima pagina e si rincorre come il riverbero di un’eco che continua a tornare, rimbalzando da mille sponde e arricchendosi via via di riflessi e di livelli di senso, che alla fine riecheggiano come un’unica straordinaria armonia. Credo sia uno dei pregi più alti di questo testo.
C’è innanzitutto, già nell’introduzione, l’esplicita dichiarazione dell’Autore di aver
cercato di mettere insieme la memoria di una vita condivisa, alcune testimonianze, squarci dei suoi scritti [di mons. Naro]; il tentativo di comporre in mosaico, con semplicità e verità, il volto di un amico, di un prete, di un vescovo. […]. Un raccontare dialogando con un amico oltre il tempo […] per averlo ancora compagno di viaggio, maestro, consigliere, amico.(V. Sorce, Lo sguardo dell’aquila, ed. San Paolo, Milano 2013).
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