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Il “nostro” vescovo

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L’auspicio della Assemblea permanente della Comunità San Francesco Saverio di Palermo

in vista della nomina del prossimo vescovo della Diocesi di Palermo

 

Il ‘nostro’ vescovo Premesso che nella designazione delle persone da destinare all’episcopato sarebbe opportuna una collaborazione – circolarmente intesa – tra il popolo cristiano e le guide della comunità; premesso che ciò dovrebbe avvenire secondo una metodologia che prevenga, per quanto possibile, i rischi delle indebite interferenze e delle dinamiche scorrette; premesso che la suddetta designazione fa parte della corresponsabilità di tutti i laici nella edificazione della vita ecclesiale, tentiamo di esplicitare alcuni tratti della figura del vescovo, ispirati al vangelo, al concilio e alle istanze avvertite dal nostro tempo.

“Scelto tra gli uomini è costituito per il bene degli uomini” così recita la Lettera agli Ebrei (5, 1). L’affermazione è riferita a Gesù Cristo, l’unico vero sacerdote, il quale non ha scelto la condizione di angelo ma quella di uomo per essere vicino agli uomini imparando, anche con l’esperienza del dolore, il difficile ‘mestiere’ della nostra umanità. Uomo tra gli uomini, sulla linea del vangelo di Gesù, il vescovo deve sapere gioire e soffrire con gli altri, istaurare un vero legame di amore con la sua chiesa e tutti i suoi membri, tenendo lontano mire di carriera, liberando il ministero da ogni espressione di dominio, di arroganza, di superiorità, di giudizio e condanna.

Si caratterizzi per l’atteggiamento di ricerca; disposto ad ascoltare i problemi e le difficoltà della sua gente, senza pretesa di essere detentore della verità, impari piuttosto a riscoprirla continuamente dalla parola di Dio, dall’accoglienza delle persone con i loro drammi e interrogativi, dalla ricerca dell’uomo contemporaneo; non pretenda di risolvere i problemi, ma ne cerchi la soluzione in maniera comunitaria, sollecitando le istituzioni e offrendo la disponibilità della sua Chiesa. Pronto a farsi voce dei problemi della città, promuova la diaconia della Chiesa nel servizio soprattutto ai disperati della città (senza casa, disoccupati, emigranti, giovani disorientati…), aprendo le porte del palazzo, dei monasteri e orientando i beni ecclesiastici a servizio dei poveri. Renda pubblico il bilancio della Chiesa e l’elenco del patrimonio della diocesi. Viva fuori del palazzo per incontrare le comunità, la gente comune, i presbiteri, i diaconi… superando formalismi e legalismi e ripensando la pastoralità come cammino che va incontro alle esigenze delle persone e del territorio nel quale incarnare la gioia del vangelo; vescovo di strada, quindi, come viator anche lui in cammino e proiettato verso il compimento del regno, faciliti il dialogo e l’incontro con le altre esperienze religiose (ecumenismo), ma anche il dialogo tra credenti e non credenti in vista della realizzazione del bene comune.

Un vero e proprio de-centramento caratterizzi il ministero episcopale secondo il modello del pastore che non aspetta, piuttosto va alla ricerca di chi si è smarrito per farsene carico; l’episcopos, come dice il termine, deve anche vigilare non tanto nel pretendere che ovunque le cose siano perfette; piuttosto nell’evitare che certe ingiustizie abbiano spazio dentro la comunità: ingiustizie contro i bambini (pedofilia e offese ai diritti dell’infanzia), contro le donne (violenze e disparità), contro i diversi emarginati della comunità. Riconosca insieme con i fratelli e le sorelle la condizione di precarietà e l’esposizione alla fragilità; pronto a chiedere perdono per le infedeltà al vangelo, sia ancor più pronto ad annunziarne la sua forza dirompente, esplorandone insieme con tutta la sua Chiesa la perenne profezia, più grande di ogni realizzazione ecclesiale e civile.

“…Bisogna che l’episcopo sia irreprensibile, sposato una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace d’insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro, sappia dirigere bene la propria famiglia…” [Prima lettera a Timoteo cap. 3, 2-4].

08/01/2015

 

tratto da http://www.comunitasansaverio.it/2/gestione/WRK200/TAB200_vis.asp

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