di Valentina Chinnici
Dal 21 al 28 Febbraio torna “Esperienza InSegna“, la più importante manifestazione scientifica del Mezzogiorno d’Italia, arrivata ormai all’ottava edizione, che quest’anno sarà dedicata ai temi “Luce, energia e cibo”, e si svolgerà come ogni anno al Polididattico di Viale delle Scienze (edificio 19).
Quanta energia consuma il nostro corpo e quanto cibo è realmente necessario? Come funziona una lampadina Led e quali sono i suoi vantaggi? Qual è la teoria dei colori di Isaac Newton e che cos’è “il libro pazzo” sulla geometria? Il Polididattico dell’Università di Palermo diventerà anche quest’anno un laboratorio aperto a chiunque voglia scoprire i segreti dei tre elementi alla base del ciclo vitale. L’iniziativa, a cura di Carmelo Arena e Valeria Greco, è ideata e organizzata dall’associazione PALERMOSCIENZA.
Segnaliamo due appuntamenti immancabili il 27 febbraio: alle 9 si terrà il seminario organizzato dai professori Pietro Li Causi e Andrea Carbone Animali che si nutrono. Nutrirsi di animali. Teorie atteggiamenti e rappresentazioni culturali dell’alimentazione nel mondo antico e medievale.
Dalle 14,30 alle 16,30 invece ci sarà il gradito ritorno del Maestro Franco Lorenzoni, autore del libro “I bambini pensano grande”, edito da Sellerio, la cui lettura equivale a un intero corso di formazione per qualsiasi insegnante della scuola del primo ciclo.
Abbiamo già pubblicato la recensione del libro a cura di Giuseppe Bagni, ma vogliamo cogliere ancora l’occasione per invitare insegnanti e genitori ad ascoltare e leggere le pagine di Lorenzoni.
Il libro è straordinario e ve ne innamorerete. Più che la cronaca di un’avventura pedagogica, è la cronaca di un grande passione pedagogica, anzi di una passione educativa, (e del conseguente coinvolgimento emotivo) di cui vibra ogni pagina. Non a caso le Maestre di Lorenzoni sono state due donne straordinarie, come Nora Giacobini ed Emma Castelnuovo, e di loro si sottolinea l’impeto, la passione, il trasporto e la foga, la libertà e l’audacia conoscitiva. Ma, attenzione, quella del maestro è una emotività sempre controllata, che lascia spazio a una pianificazione accurata del percorso pedagogico: si pensi alle manovre di avvicinamento di cui la Giacobini parlava per insegnare la storia e che Lorenzoni riferisce all’arte. Ripercorriamo allora brevemente i temi forti di questo libretto prezioso, spiluccandolo attraverso alcune citazioni significative:
- La bellezza
Che sia Raffaello, Burri, Platone Roald Dahl o Talete, “io credo che la scuola dovrebbe sempre mettere al centro la bellezza nelle attività proposte ai bambini. Ma per potere incontrare la bellezza bisogna compiere a volte lunghe manovre di avvicinamento. Bisogna fare un po’ di vuoto intorno, cercando nel silenzio la quiete e la concentrazione capaci di aprirci all’ascolto” (p.170). E ancora: Chi se non la scuola pubblica e chi vi opera, dovrebbe offrire opportunità a coloro che hanno meno possibilità di frequentare ogni forma ed espressione del bello? (p.225).
2. L’Elogio dell’attesa, della lentezza e della profondità
p. 171: La scuola non deve imitare ciò che accade nella società, ma operare per contrasto, in modo critico e concreto. Se tutti corrono, ci vuole un luogo dove poter andare lenti. Se andiamo lenti aumentano le possibilità che arrivino tutti e forse si apre l’opportunità di incontrare davvero profondamente qualcosa… Ci vuole tempo, tanto tempo.
3. L’attenzione minuta a ciascun bambino, il lavorio mentale quotidiano
(111-112: il momento è molto delicato e richiede la massima cura. Vorrei trovare il modo di dare forma a tutto ciò che sta emergendo, ma senza forzare nulla. Così mi limito a cogliere e ad accogliere ciò che viene da loro) e l’attesa del momento giusto.
4. Dare dignita’ al pensiero infantile
Quando ero piccolo a scuola li chiamavano pensierini, con quella insopportabile sufficienza che noi grandi abbiamo quando guardiamo i piccoli come donne e uomini non ancora pienamente formati.
Lorenzoni pubblica ogni volta che può i testi dei bambini, perché abbiano più valore possibile ai loro occhi (p. 198).
5. Fragilita’ e debolezza; in una parola umanita’
I bambini pensano grande è un libro scomodo, perché ci porta a metterci in discussione, ci interpella nel profondo, ci invita a lasciare una volta e per tutte la sicurezza del libro di testo, per costruire una scuola più umana e a misura di bambino e di insegnante.
I personaggi studiati si animano di vita vera in classe: posso dire che Pitagora adesso è tra noi e l’incontro con la sua matematica ci ha appassionato tutti. Ma ora non so come andare avanti. Sono in pieno marasma.
Ecco, forse è la paura di questo blocco e di questo marasma mentale che fa sì che noi insegnanti spesso scegliamo la via più comoda della lezione frontale e della triade spiego-interrogo-metto il voto. Per darci l’auctoritas e la dignità che spesso ci vengono ormai a mancare, perché non ce le regala nessuno, ma ce le dobbiamo sudare.
Infatti, “Ciò che sento mancare maggiormente è il coraggio di innovare con radicalità, rompendo abitudini, conformismi e pigrizie mentali” denunzia il maestro.
Ed è proprio vero: in questi ultimi anni abbiamo narcotizzato Don Milani, ora però cerchiamo di tenere acceso e sveglio il Lorenzoni che è in noi, e in questo senso Esperienza insegna è davvero un’occasione da non perdere e da vivere attivamente, con gratitudine.
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