di Serena Termini
Fare uscire dalla strada alcuni homeless accompagnandoli gradualmente ad avere una loro autonomia di vita. E’ questo l’obiettivo di TeleStrada Press che è arrivato anche a Palermo. Dopo quella di Catania, anche nel capoluogo siciliano, infatti, è nata la prima redazione del giornale per e dei senza dimora. Si tratta di un progetto innovativo: una vera e propria sfida che vede nel concetto di autonomia della persona il suo principio ispiratore.
La redazione palermitana di Telestrada, sul modello di quella catanese con cui è coordinata, è costituita da alcuni “redattori” e narratori speciali che sono le persone senzatetto ospiti di Casa Muhil, il dormitorio pubblico gestito dall’associazione La Danza delle Ombre e dai padri di Frate Gabriele Allegra onlus, che ospita 35 persone a notte.
Le persone coinvolte sono persone fragili che hanno già iniziato un lungo percorso di reinserimento sociale, per le quali TeleStrada Press potrebbe rappresentare il completamento della prima fase del loro delicato percorso di reinserimento sociale a partire da questo impegno lavorativo di stesura degli articoli e di distrubuzione del giornale.
Sono, infatti, loro i “redattori”, che narrano e raccontano i fatti e la realtà da un’ottica speciale, quella della strada: un punto di vista troppo spesso ignorato o mal interpretato. Gli argomenti vertono soprattutto sul mondo della solidarietà e del sociale ma si parla anche di cronaca e dei problemi o dei pregi della città, raccontati da un punto di vista di chi conosce in prima persona i servizi a bassa soglia e le situazioni di marginalità estreme.
Il giornale Telestrada press che verrà pubblicato con cadenza mensile, ospita i lavori, gli articoli e le pagine di entrambe le redazioni di Catania e Palermo.
Il progetto è totalmente auto-finanziato e non gode di alcun contributo pubblico. Lontani da ogni logica assistenzialistica, i proventi derivano dalla distribuzione a coloro che volontariamente decidono di sostenere l’iniziativa, acquistando una o più copie. Il valore economico del giornale serve in parte per coprire i costi di grafica e stampa mentre la restante quota delle donazioni raccolte verranno devolute ai senza dimora coinvolti nel progetto, per aiutarli a raggiungere quella indipendenza economica che potrebbe permettere loro di pagarsi l’affitto di una casa o di una stanza. L’idea di realizzare un mensile di strada nasce dall’esigenza di fornire alle persone senza dimora che fanno parte del progetto un’occasione di riscatto sociale e di riabilitazione al lavoro oltre che di espressione personale.
Il gruppo viene coordinato dal direttore responsabile, la giornalista Gabriella Virgillito e da alcuni giornalisti volontari di Palermo che curano e correggono i testi ma anche da una psicologa volontaria e dal presidente de La Danza delle ombre, Marina Scardavi. Le copie TeleStrada Press, testata regolarmente registrata al tribunale, vengono distribuite davanti alle parrocchie della città che hanno dato la loro disponibilità, ma anche nelle scuole, per strada e nelle associazioni e onlus che hanno sposato l’iniziativa.
“Nel quadro delle parecchie emergenze sociali che interessano la città di Palermo – spiega Gabriella Virgillito – l’apertura della redazione palermitana è molto significativa proprio nella prospettiva concreta delle risposte che devono essere date ai senzadimora. Palermo è la seconda colonna su cui si regge tutto il progetto di TeleStrada Press. Siamo consapevoli che la dignità della persona passa prima di tutto dalla casa, dal lavoro e dalla valorizzazione della sua vita di relazione. L’obiettivo alto è dunque duplice e cioè da una parte quello di aiutare la singola persona ad uscire dalla strada e dall’altra quello di lanciare un messaggio che rompe con quelli che sono i canoni dell’immaginario collettivo della persona senzadimora. Aiutare oggi un senzadimora vuole dire sforzarsi di trovare le strade per accompagnarlo concretamente all’autonomia lontano dalle logiche esclusivamente assistenziali e quindi facendolo a poco a poco camminare con le sue gambe anche dal punto di vista della riabilitazione sociale e lavorativa. Il processo di sensibilizzazione passa anche dalla riflessione che il senzadimora è una persona come noi che deve essere aiutata ad uscire dalle etichette e dai forti pregiudizi che lo incastrano socialmente senza spesso dargli vie di scampo”.
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