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La voce pro-life degli Stati Uniti contro l’aborto

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Nota della redazione: Questo articolo è scritto da Bernadette Tasy , una studentessa cattolica americana del movimento pro life, incontrata in California da un amico della Redazione, che si trovava là per motivi di studio. Questo incontro ha fatto sì che la voce di una giovane cattolica universitaria potesse arrivare anche a noi qui in Italia dagli Stati Uniti, per aiutarci a capire meglio l’impatto del problema aborto nella società cattolica e laica americana. È una testimonianza appassionata che, come tale, riflette, oltre al problema oggettivo e gravissimo di cui parla, anche un particolare contesto culturale, che è in parte diverso dal nostro, ma che proprio per questo è importante conoscere. I toni che il dibattito sull’aborto ha assunto in America non sono, in certi casi, quelli ideali per un dibattito serio e razionale su una “problematica tanto complessa”, e gran parte del clima politico è almeno in parte incomprensibile al lettore italiano: da noi non tutti i movimenti di destra sono pro-life e, dall’altro lato, non tutti gli “attivisti di sinistra” sono indiscriminatamente pro-choice; questa minor polarizzazione ci consente, sia pure in un clima culturale lontanissimo dall’ideale, di poter ancora discutere sulle ragioni per cui e sulle condizioni in cui dovremmo considerare un embrione un essere umano a tutti gli effetti, o meno, senza che il dibattito sfoci in manifestazioni di violenza e chiusura totale (come quelli raccontati dall’autrice) da parte di una fazione o dell’altra. Un dibattito rispetto cui queste riflessioni possono rappresentare un contributo costruttivo.

Bernadette Tasy frequenta la Fresno State University in California. Segue un corso di laurea magistrale in Speech and Language Pathology. È coinvolta in numerose attività comunitarie e del campus. È presidente dell’organizzazione pro-life, Fresno State Students for Life.

Su Tuttavia è presente anche la versione originale non tradotta di questo articolo.


prolife

G
li Stati Uniti d’America sono uno dei soli quattro Paesi che permettono l’aborto in qualsiasi momento durante i nove mesi di gravidanza
1. I medici abortisti praticano 3.000 aborti ogni anno, e centinaia di milioni di dollari di contributi sovvenzionano la Planned Parenthood, un’organizzazione che pratica 1/3 di questi aborti.

Da quando la Corte Suprema decretò la sentenza Roe contro Wade e Doe contro Bolton nel 1973, sono stati praticati circa sessanta milioni di aborti in America. Da quel momento, il movimento pro-life ha sfruttato il suo nascente sviluppo per educare l’opinione pubblica riguardo le problematiche concernenti l’aborto, e altre che potessero indebolire il valore della vita.

Qui in California non si attribuisce grande valore alle vite dei bambini innocenti nel grembo materno.

In ogni caso, c’è una consolidata presenza pro-life tra gli americani, compresi i nostri coetanei universitari.

Il nostro Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che: “L’embrione, poiché fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano2”. La gran parte di coloro che prendono parte al movimento pro-life inneggia al “right to life” (diritto alla vita) per tutti gli esseri umani, dal concepimento alla morte naturale. Questo ci dice che l’aborto è l’uccisione di una vita innocente; noi siamo chiamati e obbligati a proteggere la vita del nascituro.

L’aborto è un tema controverso, ma quanto ne sanno gli Americani al riguardo? Le persone spesso ascoltano una posizione che afferma: “My body, my choice” (il mio corpo, la mia scelta), e un altro lato che dice: “That is a baby” (Questo è un infante). Solo l’ultima tesi è valida, ma la media degli studenti universitari necessita di ricevere più informazioni per essere convinta. Fortunatamente la scienza è dal lato del movimento pro-life. Noi possiamo facilmente utilizzare l’informazione scientifica per garantire all’altra posizione che non stiamo ricorrendo a materiale di parte, basato sulla religione. Per esempio, la scienza ha provato che la vita inizia dal concepimento poiché trattasi un essere in crescita, già separato dalla madre poiché possiede il suo personale DNA di essere umano dal concepimento.

Pertanto, è completamente errato che qualcuno affermi: “My body, my choice”. Il neonato non è per nulla parte del corpo della madre. Quanti americani sanno questo? Anche molti paesi Europei hanno compreso che gli aborti in stadio avanzato di gravidanza dovrebbero essere illegali. Molti non consentono gli aborti dopo le venti settimane nel grembo per diverse ragioni (sebbene accettando l’aborto si sta tollerando l’uccisione di esseri umani). Date queste restrizioni negli altri Paesi, perché l’America deve consentire l’aborto sopra le quaranta settimane?

Benché sia importante comprendere le questioni scientifiche riguardanti la biologia e l’aborto, non è un segreto che le organizzazioni religiose sono in prima linea per il movimento pro-life. Organizzazioni cattoliche e altre organizzazioni cristiane educano le persone riguardo la problematica dell’aborto e le crisi della gravidanza, promuovono la causa pro-life, e garantiscono un supporto e assistenza psicologica alle donne che escono da un aborto. Queste organizzazioni hanno utilizzato metodi pacifici per approcciarsi a questa problematica molto complessa. I Cristiani sono chiamati a fare la volontà di Dio. La loro guida nel movimento è, in parte, uno sviluppo della chiarezza della Bibbia e della Dottrina della Chiesa. Ovviamente questi gruppi spesso collaborano allo stesso modo con organizzazioni pro-life non religiose.

Sebbene il movimento Pro-life sia forte in America, noi dobbiamo lavorare soprattutto con coloro che, pur rivedendosi parte del pro-life, sono troppo spaventati per dar voce alla loro opinione. Coloro che posseggono una visione più conservatrice in America tendono ad essere pacifici, ma qualche volta questo può essere ritenuto un comportamento passivo. Nei mesi scorsi gli attivisti di sinistra hanno iniziato ad usare la violenza per comunicare il loro messaggio. Gli studenti dell’università della California, Berkeley si sono ribellati e hanno distrutto proprietà privata e pubblica in risposta ad un conferenziere conservatore invitato a parlare al campus. Presso l’università della California, Los Angeles, un gruppo di studenti e professori hanno bloccato, attivando l’allarme antincendio, le persone perché non ascoltassero un altro speaker conservatore, , intrappolando coloro che erano nell’aula conferenze.

Dovunque sono presenti voci pro-life nei campus universitari, ci sono voci di abortisti che rifiutano il dialogo con coloro che hanno un altro punto di vista e fanno qualsiasi cosa per mettere a tacere coloro che non la pensano come loro.

Certamente alcuni membri del pro-life sono spaventati nel manifestare la loro idea e all’altro versante interessa esclusivamente di mettere a tacere costoro. Noi non possiamo consentire loro di scambiare il nostro pacifismo con debolezza.

Dopotutto noi siamo solo rappresentanti di una visione della nostra generazione.

Students for Life of America, un’organizzazione studentesca pro-life, recentemente ha pubblicato un sondaggio riguardo il punto di vista della generazione dei ragazzi del 2000 sull’aborto, rivelando che la nostra generazione è più pro-life che pro-choice. 3

Ci sono gruppi studenteschi molto attivi, e ci sono più di mille gruppi universitari di Students for Life negli Stati Uniti. Questo è qualcosa di promettente per il nostro futuro ma noi dobbiamo incoraggiare i nostri colleghi ad essere parte attiva. Mentre organizzavamo un evento, i membri del nostro gruppo chiesero agli studenti se pensassero che l’aborto dovesse essere illegale dopo la ventesima settimana, il momento in cui il feto percepisce dolore. Sebbene molti di loro fossero contrari all’aborto dopo la ventesima settimana, quasi tutti si rifiutarono di firmare o leggere la petizione che avrebbe potuto portare a delle restrizioni sulla pratica dell’aborto negli Stati Uniti.

La nostra generazione non ha mai visto una America senza aborto (o anche con maggiori restrizioni al riguardo), così abbiamo paura di cosa questi cambiamenti potrebbero portare. Gli studenti universitari non agiscono anche se sposano la causa, perché sono troppo spaventati.

Più a fondo scaviamo all’interno del movimento, più testimoniamo le differenze tra la cultura abortista e quella pro-life. Alla marcia delle donne svoltasi lo scorso Gennaio a Washington, D.C., tutte le donne erano le benvenute, eccetto le donne pro-life. Le donne pro-life che hanno partecipato alla marcia sono state attaccate verbalmente e i loro manifesti tolti di mezzo e stracciati dai partecipanti abortisti. Tuttavia partecipando alla West Coast Walk for Life (Marcia per la vita della Costa Occidentale, un raduno pro-life) lo stesso giorno, io ho assistito a 50.000 cittadini pro-life rimanere in silenzio ad ascoltare uno speaker pro-life. Allo stesso tempo, un uomo stava protestando contro il nostro evento camminando tra la folla con un cartello che recitava “Abort Mike Pence” (Abortisci Mike Pence, il vice presidente americano) e nessuno gli ha urlato contro, nessuno ha toccato lui o il suo cartello. Io ho partecipato alla West Coast Walk for Life sette volte, e sono sempre rimasta stupita dalla differenza di immagini e messaggi che vengono mostrati, che rappresentano un altro volto del problema. Dal lato pro-life i partecipanti camminano pacificamente, pregando, parlando e reggendo in alto cartelli che dicono: “We are the Pro-Life Generation” (Noi siamo la Generazione Pro-Life) o “Pray to End Abortion” (Prega per la fine dell’aborto). I pochi attivisti prochoice che protestano contro il nostro raduno solitamente alzano il dito medio cotro di noi, urlando aggressivamente e mostrando cartelli con messaggi volgari come “F*** You” (Vaff******) e “If Mary had an abortion, we wouldn’t be in this mess” ( Se Maria avesse abortito non saremmo in questo casino).

Certamente essere un cattolico pro-life significa tenere in considerazione tutti gli aspetti della vita umana, includendo aborto, infanticidio, eutanasia, e pena di morte. Molti Stati Americani, compresa la California, hanno legalizzato sia eutanasia che pena di morte. Entrambi i fenomeni uccidono gli esseri umani. Negli ultimi quarant’anni ci sono state 1.457 sentenze capitali negli Stati Uniti d’America4. All’eutanasia è stato dato oggi l’appellativo di death with dignity” (morte con dignità) per farlo apparire “piacevole”. Ma come possiamo celebrare il suicidio e la morte quando la vita è ancora possibile? Possiamo noi arrenderci quando abbiamo davanti uno scopo più grande che è quello di prestare servizio nel poco tempo disponibile su questa Terra?.

Alcuni piani sanitari non coprono trattamenti salva vita, come la chemioterapia, ma coprono piani di suicidio assistito5. Sebbene queste siano problematiche frequenti nel movimento pro-life, noi ci sentiamo chiedere spesso perché gran parte delle nostre risorse sono concentrate sul problema aborto. Per prima cosa i numeri non sono paragonabili. I 3.000 aborti praticati ogni giorno rendono questo argomento urgente e dev’essere fermato; è un olocausto che colpisce gli Americani più vulnerabili e innocenti. Inoltre, questi tremila neonati, che stanno morendo ogni giorno, sono al 100% innocenti.

Loro non hanno mai commesso crimini, non hanno mai commesso peccati e non meritano la loro pena di morte.

60 milioni di essere umani legalmente uccisi negli ultimi 44 anni? Noi non possiamo tollerare la carneficina di esseri umani. Noi non possiamo rimanere in silenzio.

Bernadette Tasy


1  https://www.liveaction.org/news/video-abortion-laws-are-more-restrictive-in-europe-than-in-the-united-states/

2 Parte terza la vita in Cristo-Sezione seconda i dieci comandamenti-Capitolo secondo “amerai il prossimo tuo come te stesso”-Articolo 5 il quinto comandamento-Il rispetto della vita umana-2274

3 http://studentsforlife.org/new-poll-shows-millennials-are-pro-life/

4 https://deathpenaltyinfo.org/executions-year

5 https://www.liveaction.org/news/doctor-insurance-companies-denying-treatment-pushing-assisted-suicide-patients/

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