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La barca etica “Blue Cafè” per “La Casa di Toti Onlus”

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Il progetto

Una barca a vela, confiscata dalla guardia di finanza per l’immigrazione irregolare è diventata una barca etica affidata all’associazione La casa di Toti onlus che la utilizzerà per migliorare la qualità della vita dei ragazzi con disabilità.

Si tratta di un motorsailer di 13 metri sequestrato ad Otranto nel settembre 2017.

La Sifi, la principale società farmaceutica oftalmica italiana, ha donato una somma con la quale l’associazione ha acquistato la randa (la vela grande) ed effettuato i primi lavori di manutenzione straordinaria.

I primi incontri per il progetto si svolgeranno al porto dove i ragazzi prenderanno gradualmente confidenza con la barca di cui dovranno poi prendersi cura.

Il progetto pensato per ragazzi con disabilità prevede la promozione di giornate in barca con le famiglie. Durante le gite saranno i ragazzi a prendersi cura dei propri familiari, indicando il comportamento da tenere in barca, preparando il pranzo e assumendo il ruolo di guida turistica per visitare i dintorni del luogo.

I ragazzi e le ragazze con disabilità verranno selezionati dallo studio Parentage che con colloqui preliminari con le famiglie e successive valutazioni dei ragazzi creerà il gruppo.

Velaterapia e benessere

“Sarà una barca etica no profit dove i nostri ragazzi ‘speciali’ – spiega Muni Sigona mamma di Toti, ragazzo autistico e presidente dell’associazione La Casa di Toti onlus – potranno svolgere varie iniziative in mare, compresa la manutenzione ed i laboratori. Invitiamo le associazioni di persone con disabilità di tutta Italia che si troveranno a Marzamemi a trascorrere con i loro ragazzi una giornata in barca con noi.

L’appello, invece che rivolgo a tutte le associazioni siciliane che si occupano di disabilità, è quello di condividere e di collaborare con il nostro progetto. A giugno La “Blue Cafe”, omologata per 12 persone, sarà già in mare con un team di 8 ragazzi con disabilità diverse di varie associazioni.

È questo un modo molto bello per noi di creare rete che ha, naturalmente, come principale obiettivo il benessere dei nostri ragazzi attraverso la velaterapia. Ci sentiamo felici quando possiamo aiutare in questo modo tante famiglie a ritrovare la serenità e l’energia giusta per affrontare la vita di ogni giorno”.

Il processo di affido

“Nel novembre del 2017 abbiamo raggiunto Otranto per fare la richiesta alla procura di avere in affido la barca per finalità etiche sociali a favore di persone con disabilità – racconta Muni Sigona –. Dopo un mese abbiamo avuto l’affido provvisorio.

Nell’aprile del 2018 gli amici della Lega navale di Catania ci hanno aiutato a portare la barca da Otranto al porto di Catania. Durante questa traversata, in tutte le soste gratuite, abbiamo raccolto tanta solidarietà per il nostro progetto. L’affido giudiziale definitivo della barca è avvenuto, invece, nel luglio del 2018. La barca è stata ormeggiata per un mese gratuitamente dalla lega navale di Catania. Adesso, invece si trova nel piccolo porto di Marzamemi, una frazione di Pachino (Sr).

Chi verrà in barca gratuitamente potrà acquistare come fundraising anche la maglietta di eco-design con su scritto ‘Mollo tutto vivo in barca etica’ a sostegno del progetto”.

Un altro progetto: un albergo etico

L’associazione sta portando avanti da parecchio tempo un altro grande progetto che vedrà presto la creazione del primo albergo etico solidale della Sicilia “La Casa di Toti” gestito da ragazzi con disabilità.

“Con la restaurazione della nostra villa familiare del settecento, presto, infatti, apriremo l’albergo etico di Modica (Rg), nel ragusano – ha aggiunto Muni Sigona – grazie ai finanziamenti di numerose imprese e benefattori.

Per il momento stiamo lavorando alla struttura, annessa alla villa, dove vivranno i ragazzi con disabilità. Manca veramente poco e per adesso dobbiamo ultimare i pavimenti e la scala esterna. La barca etica è quindi un progetto inserito in un altro grande progetto in cui ci saranno presto 7 ragazzi con disabilità pronti a sviluppare le loro autonomie di vita attraverso la gestione dell’albergo etico”.

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