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La trinità si fra prossima grazie allo Spirito – Lectio Divina su Gv 14, 15-17

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Il passo del Vangelo: Gv 14, 15-17

In quel tempo, Gesù disse: «15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui»

Il Vangelo di questa domenica ci avvicina e prepara alla Pentecoste. Il brano è inserito nel discorso che Gesù fa ai discepoli durante l’ultima cena, prima della Passione e della morte. È un discorso intenso e intimo in cui si inizia a intravedere la profondità e la radicalità dell’amore che lo porterà sulla croce.

“Colui che mi ama”

Due volte è ripetuto l’invito all’ascolto e all’osservanza della sua parola e dei suoi comandamenti, come segno tangibile dell’amore verso il Signore: “questi è colui che mi ama”. C’è una parola, nella vita di ogni uomo, che ha segnato l’inizio del cammino dietro a Cristo: rimanere nell’ascolto di questa parola, ritornare all’accoglienza di quanto Dio misteriosamente ci comanda, è l’invito di oggi.

Promessa

Le parole di Gesù sono una promessa che inserisce l’uomo all’interno dell’amore della Trinità. Egli afferma che pregherà per l’uomo; ancora una volta assicura che è dalla nostra parte, chiedendo che sia mandato “un altro Paraclito”. Paraclito significa consolatore, soccorritore, avvocato, qualcuno a cui rivolgersi, da invocare e a cui chiedere aiuto: lo Spirito Santo. “Un altro” perché il primo Paraclito, che i discepoli hanno avuto fisicamente con loro, è Gesù stesso. Questo Spirito è chiamato spirito di Verità, così come Gesù ha definito se stesso Verità (“io sono la Via, la Verità e la Vita”- Gv14,6).

Ricevere lo Spirito

Lo Spirito che discenderà sugli apostoli a Pentecoste, che “soffia dove vuole” (Gv 3,8), non giunge all’uomo come una magia, infatti leggiamo che il mondo non lo vede e conosce. Egli bussa alla porta dei cuori, senza sovvertirli o forzarli: aspetta che essi si preparino a riceverlo con ascolto della Parola e la costante ricerca l’amore di Dio. Lo Spirito, in qualche modo, oggi ci è promesso, e questo diventa fonte di grande speranza e gioia.

Amore trinitario

Coloro che, fino a quel momento, lo avevano visto lungo le strade della Galilea e a Gerusalemme, tra pochi giorni non lo vedranno più. I discepoli invece lo vedranno: c’è una vita che accomuna il Signore con coloro che lo seguono. È come se Gesù, dicendo “io vivo e voi vivrete”, aprisse l’uomo a una nuova misteriosa dimensione di amore, che li renderà capaci di credere nel Risorto, di vederlo, di sentirlo presente. Questa è la vita della Trinità, attraverso cui il Padre e il Figlio si amano nello Spirito. Anche l’uomo è invitato a condividere questo amore, non è più orfano, non è più chiuso in se stesso e orientato a sopravvivere. Ricevendo lo Spirito Santo i discepoli pregustano l’amore trinitario e solo allora capiscono quell’impossibile intimità con cui Cristo è nel Padre e il Padre è il Lui. Senza riceverlo come dono, tutto ciò non può essere compreso, né assaporato. Prima avevano detto “mostraci il Padre”.

Il dono della vita eterna

Nella reciprocità dell’amore a cui Gesù oggi ci invita, Egli si manifesta a noi. Niente di più diverso dal “dio lontano” in cui spesso ci troviamo a credere. “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo ” (Gv 17,3). Gesù si farà conoscere, si manifesterà Lui stesso: ci offrirà in dono la vita eterna.

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