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“Per una più approfondita intelligenza della fede”. Recensione al volume Camminare con passo giovane di Cataldo Naro

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C. Naro, Camminare con passo giovane. Lavoro culturale e servizio ecclesiale di una facoltà teologica,

a cura di F. Lomanto, Rubbettino 2020, pp. 210, 18,00 euro.

Di recente l’attenzione verso la teologia sembra accresciuta sia per le collaborazioni sempre più intense tra facoltà teologiche e università civili su tutto il territorio nazionale sia per la pubblicazione continua di volumi divulgativi o specialistici che in modo diretto o implicito presentano la rilevanza culturale e sociale del sapere teologico. Tuttavia resta ancora molto da fare all’interno della nostra comunità culturale per sviluppare e accogliere l’importanza del contributo della teologia tanto per le Chiese quanto per la società. Il libro Camminare con passo giovane. Lavoro culturale e servizio ecclesiale di una facoltà teologica (Rubbettino, 2020) sembra porsi come un efficace apporto alla comprensione dell’importanza della teologia – e delle strutture istituzionali nelle quali si studia ed elabora – nel nostro tempo.

Il volume raccoglie gli scritti di Cataldo Naro realizzati durante gli anni della sua presidenza alla Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo e si pone – come affermato dal curatore del volume Francesco Lomanto – al modo di un approfondimento della figura dello scomparso arcivescovo di Monreale in merito alla: «proposta teologica per la missione evangelizzatrice delle Chiese di Sicilia e all’apporto della ricerca scientifica per la vita culturale dell’isola» (p. 6).

Cultura teologica e società

Anzitutto, dagli interventi pubblicati, emerge con chiarezza che se è vero che le facoltà teologiche sono enti della Chiesa, è ancora più veritiero che il loro servizio non è destinato soltanto alla comunità ecclesiale bensì all’intera società. Difatti, per Naro, le centinaia di studenti formati in queste istituzioni accademiche non potranno che proiettare la loro sensibilità culturale nella società nella quale vivono e operano. Questa missione ha continuamente bisogno di ricalibrarsi alla luce dei grandi mutamenti culturali in corso intesi attraverso una lettura cristiana della storia. Solo da questo dinamismo, secondo l’autore, sarà possibile avviarsi verso «una più approfondita intelligenza della fede» (p. 144). Fra gli esiti immediati di questa fatica vi è senz’altro la possibilità di superare un’eccessiva frammentazione dei saperi e, dunque, di procedere verso una relazione armoniosa fra fede e cultura. Proprio le facoltà teologiche, nell’idea di Naro, sono destinate a svolgere questo gravoso compito da mettere a servizio dell’intera comunità civile composta anche dai credenti.

Le innovazioni della facoltà teologica

Il volume, inoltre, consente di ricostruire una fase importante della storia della Facoltà Teologica di Sicilia poiché il preside Naro, nel raccogliere l’eredità di quanto era stato costruito negli anni precedenti al suo insediamento, durante i due trienni della sua presidenza ha consolidato e ampliato l’offerta formativa dell’istituzione accademica siciliana. Dalle nuove specializzazioni in alcuni ambiti della teologia alla fondazione del Dipartimento di teologia delle religioni, dalla realizzazione della sede per i professori all’avvio del Centro per lo studio della storia e della cultura di Sicilia, dall’avvio di rapporti con le università civili alla stabilizzazione di diversi docenti, la gestione di Naro ha permesso alla Facoltà Teologica di accrescere la sua proposta in qualità e quantità. In tal modo, l’istituto con sede a Palermo è via via divenuto il punto di riferimento per l’organizzazione e il progetto di una teologia siciliana a servizio delle Chiese. Infatti, secondo l’autore, la sfida era quella di produrre: «una teologia siciliana che risulti di autentico servizio alla missione evangelizzatrice delle Chiese di Sicilia e, nello stesso tempo, sia in grado di dialogare e di condurre un confronto critico con la teologia prodotta fuori dall’isola» (p. 60).

Teologia e vita della Chiesa

La nascita della Facoltà Teologica è uno dei frutti più importanti del recepimento in Sicilia degli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Da questa consapevolezza, in molti suoi scritti, Naro argomenta in merito al necessario e perciò vitale legame fra comunità ecclesiale e ricerca teologica. Senza tale connessione non potrà esserci autentica teologia e, allo stesso tempo, un’adeguata intelligenza della fede capace di annunziare Cristo in un mondo in perenne trasformazione. Così, a parere dell’autore: «se crescerà una teologia in Sicilia, non potrà non avere benefiche ricadute sulla vita delle nostre Chiese e nell’esercizio della loro missione di evangelizzazione e di cura della fede» (p. 86). Ciò spingeva Naro a ricordare ai vescovi siciliani di sostenere in ogni modo l’istituzione accademica la quale senza un radicamento ecclesiale rischia, in ogni periodo, di smarrire l’autentica finalità per la quale è sorta. Dalla relazione fra comunità credente e ricerca teologica viene fuori anche l’urgenza di una lettura cristiana delle problematiche sociali, politiche e culturali del contesto siciliano contraddistinto dalla lotta alla mafia, dall’instabilità economica di molti, dai flussi migratori, dalla pluralità di culture e religioni. Difatti, per Naro, un mondo nuovo: «sembra nascere. E la Chiesa dev’esserci per continuare a dire Cristo» (p. 64).

Nel presentare e ricordare il lavoro culturale e il servizio ecclesiale di Cataldo Naro in qualità di preside della Facoltà Teologica di Sicilia, il volume ha diversi meriti correlati a due obiettivi: far conoscere ad un pubblico distante dal mondo ecclesiale la fatica e l’importanza della ricerca teologica destinata ad avere una declinazione sociale e culturale; ricordare alle comunità credenti, e a quanti si dedicano allo studio della teologia, alcuni presupposti essenziali e perciò vitali per la formulazione di una proposta teologica.

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