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“Nelle Terre dell’Educazione. Non si educa bene che col cuore”

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In libreria il nuovo libro del professore catanese Marco Pappalardo: “Nelle Terre dell’Educazione. Non si educa bene che col cuore” (Editrice San Paolo – Prefazione del Prof. Giuseppe Savagnone)

 

«Non si tratta di un manuale di studio, ma di un percorso di vita»: è questa la chiave di lettura del nuovo coinvolgente libro del Prof. Marco Pappalardo dal titolo “Nelle Terre dell’Educazione”, edito dalla San Paolo, con la prefazione del Prof. Giuseppe Savagnone.

È frutto di un’esperienza educativa reale che ha colmato l’esistenza dell’autore, una specie di “diario” con le caratteristiche di freschezza e di vivacità. Dentro non ci sono grandi teorie pedagogiche, ma persone: «Dietro ad ogni parola, frase, pensiero ci sono volti di educatori e ragazzi di ieri e di oggi». E poiché le persone diventano se stesse nelle vicende scandite dal trascorrere dei giorni, questo libro è pieno di racconti.

«Si dice che “ogni vita viene al mondo per raccontare una storia”, non favole tratte dai libri, ma l’esistenza vera di ciascuno che esce dal “libro della vita” per camminare nel quotidiano». Perciò è intessuto di storie che raccontano fatti accaduti, piccoli ma significativi, come l’incontro sul treno con la giovane mamma e il piccolo Cristian; e quelle il cui contenuto è frutto della fantasia, ma in fondo non meno vero, come il bambino trovato sotto il cavolo, nel film Miracolo a Milano.

Perché tutte sono importanti per far nascere – è questo l’etimo di “educare” – un uomo, una donna, aprendoli alla meraviglia. E da qui giustamente parte il Prof. Marco Pappalardo, docente di Lettere presso il Liceo Don Bosco di Catania, giornalista collaboratore di Avvenire, La Sicilia e Mondo Erre, consapevole che il fallimento di tanti sforzi educativi, oggi, non è dovuto a un rifiuto da parte dei giovani, ma alla loro indifferenza, alla loro noia.

E la meraviglia delle meraviglie è il fiorire di un rapporto umano che un po’ alla volta diventa importante per tutti, anche quando all’inizio è segnato da diffidenze e da contrasti. In un momento in cui si stenta a trovare lo stile giusto per educare le nuove generazioni, questo libro ha il grande merito di ricordare agli educatori, agli animatori, ai genitori, ai docenti, ai catechisti, con semplicità ed efficacia, il segreto che può ridare slancio e speranza all’educazione: uno «sguardo rivolto al cielo, pur restando con i piedi per terra e le maniche sbracciate al lavoro».

 

 

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