Mercoledì 22 marzo alle ore 17.00 , presso l’”Archivio Storico Comunale” della città di Palermo, si è svolta l’inaugurazione di una importante mostra d’arte dal titolo “Diorama: i luoghi del cuore e dell’anima “, ispirata ai luoghi del cuore e dell’anima di 25 artisti : Adriana Bellanca, Rosalia Marchiafava, Antonio Maria Policarpo, Arturo Stabile, Barbara Terrana, Carmelo Guzzetta, Claudio Giaraffa, Daniela Ficile, Diego Spinelli, Domenico Ortolano, Ferdinando Provenzano, Francesca Aurora Inghilleri, Giuseppa Matraxia, Giuseppe Zimmardi (video), Maria Colletti, Marca Barone, Marco Lota, Margherita Lauteri, Natale Armetta, Olivia Patanella(Anil) ,Ornella Mallo, Rosanna Argento, Ro.ca. Sara Mineo, Vincenzo Ognibene.
La mostra, che si svolgerà dal 22 marzo al 5 aprile, è organizzata dall’”Associazione Faro Convention Citizens of Europe,” nata nel 2021 per la tutela, la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale europeo, attraverso la divulgazione e il sostegno dei concetti fondativi della Convenzione stessa.
Ma cerchiamo di spiegare il significato del termine “diorama” per addentrarci e capire meglio il senso della mostra: diorama è un termine che deriva dal greco e si compone di διά “attraverso” e ὅραμα “veduta”.
Si tratta sostanzialmente di una riproduzione in scala di una scena di vita quotidiana o di momenti storici, mitologici o fiabeschi. Il termine, infatti, significa “guardare attraverso”, “guardare oltre”. Il Presepe, per esempio, è una delle rappresentazioni dioramiche più antiche e suggestive.
Alcuni giorni prima dell’inaugurazione siamo stati gentilmente accolti dalla Presidente dell’ “Associazione Faro Convention Citizens Europe”, l’architetto Rosanna Argento, che rispondendo ad alcune domande ci ha spiegato quanto segue:
Quali sono i diorama che gli artisti rappresentano nella mostra?
«Ciò che rappresentiamo con la mostra è una sorta di macchina del tempo, è un luogo della memoria a noi caro o che ha segnato la storia personale di ciascuno di noi artisti, guidandoci e forgiandoci a ciò che oggi siamo.
La mostra ha il sapore di uno psicodramma, messo in scena per rappresentarci, per rappresentare il nostro percorso catartico nella narrazione della nostra esperienza di vita. Quando mi hanno dato questo spazio, infatti, ho pensato subito che sarebbe stato molto bello parlare dei sentimenti degli artisti, delle esperienze vissute, così ho pensato ai diorama.
Io amo molto i diorama, è un modo di guardare oltre, attraverso se stessi, la propria storia, il proprio vissuto, nel caso specifico quello degli artisti, ai quali non ho dato un tema stabilito ma la possibilità di esprimersi con grande libertà, per aprire se stessi senza limiti e mostrarsi agli altri nei ricordi più cari. Io stessa, come artista, (per citare un esempio di diorama, del “guardare attraverso se stessi”) ho presentato per la mostra, utilizzando una carta speciale proveniente dalla Germania, un disegno in cui ho rappresentato una nave e il mare che mi riportano alla figura di mio padre, un marittimo, spesso lontano e distante. Ho voluto in pratica rappresentare qualcosa di strettamente legato a un ricordo della mia infanzia e che ha inciso molto sulla mia formazione» .
Quale funzione può avere la cultura, nel caso specifico l’Arte, per combattere i mali che insidiano la nostra società?
«Giorni fa si è tenuto, al “Teatro Massimo di Palermo”, un concerto – spettacolo, per protestare e chiedere la giusta attenzione da parte delle istituzioni al gravissimo fenomeno del consumo di crack che sta mietendo numerose vittime tra i giovani della nostra città e nei confronti del quale non possiamo voltarci dall’altra parte.
I nostri figli e nipoti sono a rischio, e noi dobbiamo affrontare queste problematiche con un comportamento responsabile e consapevole. Nel corso della preparazione alla mostra ho avuto l’occasione di potere approfondire questo problema e, visto che la mia associazione ha proprio la sua radice nei diritti universali dell’uomo, ho pensato che l’arte debba necessariamente mettersi a servizio della società e dei suoi problemi e vedere attraverso e oltre la banalità del quotidiano.
Proprio per questo motivo ho deciso di fare intervenire, durante l’inaugurazione, il dottore Francesco Zavatteri che ha perso il proprio figlio Giulio a causa del crack, una droga devastante. Dobbiamo fare il possibile perché i giovani siano sereni e l’arte può aiutare a superare la dura realtà, senza ignorarla o nasconderla ma con la consapevolezza e la conoscenza dell’esistenza dei mali presenti nella nostra società, come quello della droga.
In questo senso e anche a scopo preventivo la nostra associazione si è messa spesso in ascolto di tanti ragazzi coinvolgendoli con la cultura attraverso l’arte, realizzando gratuitamente dei corsi , come quello fatto all’interno dell’ istituto alberghiero. E’ importante che tutti i ragazzi sappiano agire in tempo, bisogna fornirgli, attraverso la cultura, tutti i mezzi per riuscire a metterli in guardia, per evitare che diventino vittime e cadano in un vortice che può distruggerli.
Prima, però, bisogna agire sulla cultura collettiva e non sulla sofferenza individuale, perché questa sofferenza non è la causa ma la conseguenza di una società in cui la cultura deve trovare un aggancio più forte alla realtà ed essere messa nelle condizioni di potere aiutare i giovani a superare il disagio che potrebbero vivere o stanno vivendo in questo periodo storico diverso dal nostro .
Questa esperienza che l’Associazione Faro Convention sta affrontando in questo luogo d’arte, di storia, di memoria antichissima, vuole dunque fare riflettere. Vorrebbe muovere le coscienze, fungere da cassa di risonanza, porsi a disposizione promuovendo conoscenza e consapevolezza. La Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo è alla base della Convenzione quadro sul valore del patrimonio culturale per la società, ovvero sul libero beneficio e sull’aumento della partecipazione al patrimonio culturale. Noi soci della “Faro Convention Citizens of Europe”, ne siamo portatori di questi fini e abbiamo il dovere di sostenere il valore di cui siamo latori.»
Durante l’inaugurazione oltre alla presidente dell’associazione, Rosanna Argento, sono intervenuti:
il dott. Francesco Zavatteri, che ha raccontato l’esperienza del durissimo calvario vissuto dal figlio Giulio vittima del crack, fornendoci un quadro chiaro della situazione all’interno di alcuni quartieri di Palermo, e parlandoci della criminalità organizzata che sta dietro allo spaccio di questa terribile droga ;
la dott.ssa Claudia Fucarino, funzionario culturale dell’”Archivio Storico Comunale” di Palermo, che ci ha parlato dell’archivio – tempio della memoria, luogo ideale per ospitare i diorama degli artisti -, e ha portato i saluti da parte dell’Assessore alla Cultura, Giampiero Cannella;
la dott.ssa Patrizia Potestio, presidente della sezione Fidapa “Palermo Felicissima”, commossa dal racconto del dramma di Giulio e determinata a mettere in evidenza un problema che affligge molti giovani .
Presente il professore Domenico Ortolano, Presidente dell’”Associazione Castello e Parco di Maredolce”
L’inaugurazione è stata arricchita anche dalla lettura di alcune bellissime e significative poesie di: Ornella Mallo, Adriana Bellanca e Ketty Tamburello.
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