Da diverso tempo, le aree interne del nostro Paese sono in crisi. Emigrazione, denatalità, crisi economica, mancanza dei servizi essenziali sono alcuni fattori che accomunano ampie fette del nostro territorio nazionale situato in zone distanti dai grandi centri abitati. In Sicilia, parecchi comuni delle Madonie si trovano in queste situazioni di difficoltà alle quali si cerca di rispondere con un rinnovato attivismo della popolazione e una progettualità aperta al futuro. Di questi temi discutiamo con Aldo Nasello che ha partecipato in qualità di portavoce e co-organizzatore al VI raduno delle Consulte Giovanili Madonite.
– Le aree interne del nostro Paese sono sempre più in difficoltà. Cosa significa oggi abitare in un centro lontano dai grossi agglomerati urbani?
Vivere lontano dai grossi centri urbani oggi è una sfida oltre che una scelta consapevole; siamo lontani da tutto e da tutti e la più semplice attività di routine quotidiana diventa quasi un’impresa. Tuttavia, siamo giovani che consapevolmente scelgono, per quanto possibile, di rimanere quindi diventa fondamentale, visto lo stato delle cose, cercare di migliorare le nostre condizioni.
– Dinanzi a tale situazione occorre fare rete. Le istituzioni e le agenzie presenti nei territori riescono a rappresentare il disagio e a dare le opportune risposte?
È l’unica soluzione! Si parla da tempo di “fare rete nelle Madonie” ed è proprio per questo motivo che nel territorio esistono, per fare degli esempi, il GAL ISC MADONIE, la So.Svi.Ma. e la Unione dei Comuni Madonie. Questi enti sovracomunali erano presenti alla manifestazione organizzata dalle consulte e ciò evidenzia quanto alta sia l’attenzione nei confronti dei giovani e delle consulte nello specifico.
È ovvio che cambiare la cultura e il modo di pensare dei cittadini delle singole comunità non è cosa semplice possiamo però affermare coscientemente, oggi più che mai, che nei giovani c’è maggiore consapevolezza del territorio in cui vivono proprio grazie alle diverse iniziative (promosse negli anni) che le consulte in rete portano avanti.
– Si è appena svolta la sesta edizione del raduno delle Consulte Madonite che vi ha visti riflettere a partire dal tema “Futuro dove?”. Quali proposte sono state avanzate durante i vostri lavori?
Per favorire la rete tra i comuni e la sinergia tra gli abitanti delle Madonie, abbiamo avanzato la proposta di creare una piattaforma digitale condivisa. In altre parole, un portale di informazione in cui ogni realtà comunale – le amministrazioni, le consulte e le varie associazioni attive – possa caricare la propria offerta lavorativa e formativa, turistica e ricettiva, culturale e paesaggistica, di intrattenimento e socialità, a disposizione dei turisti e degli abitanti stessi. Un punto di partenza potrebbe essere la riqualificazione del già esistente sito “Visit Madonie” nella direzione descritta sopra, con l’obiettivo di sponsorizzare il territorio, favorire l’economia locale e fornire servizi. In altre parole è un’opera che nel gergo del marketing potrebbe definirsi con l’espressione brandizzare le Madonie.
– Durante l’incontro avete presentato gli esiti di un sondaggio centrato sul tema della giornata. Cosa è emerso?
Nonostante il territorio venga percepito e valutato dai giovani con un livello medio/basso in termini di infrastrutture, imprenditorialità, sanità, lavoro e formazione l’87% dei soggetti intervistati investirebbe idee, tempo e denaro sulle Madonie se ci fossero opportunità o condizioni favorevoli. Anche se molti soggetti vorrebbero rimanere/ritornare e investire risorse nei paesi natii, quasi il 90% di loro conosce solo in parte o non conosce le opportunità che può offrire il territorio.
– Cosa vi aspettate dalla politica istituzionale e da quella partitica?
Siamo consapevoli che un dialogo con le istituzioni e con le rappresentanze partitiche sia necessario, soprattutto per mettere in pratica alcune delle proposte da noi avanzate. Negli anni, però, ci siamo resi conto che serve puntare soprattutto su chi vive quotidianamente i paesi, su noi stessi, che conosciamo bene le problematiche del territorio e sappiamo individuare con più attenzione le possibili soluzioni per invertire la tendenza dello spopolamento.
La sfida del presente è spingere i giovani, attraverso il protagonismo nella vita pubblica e la partecipazione attiva all’interno delle consulte, a prendere in mano il proprio destino e costruire il proprio futuro.
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