Alla 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, intitolata “Al cuore della Democrazia”, tenutasi a Trieste, ho vissuto un’esperienza densa di emozioni e riflessioni. Trieste, città di confine, con il suo fascino sospeso tra mare e colline, è stata luogo di incontri e di dialogo. Sette i delegati dell’Arcidiocesi di Palermo, insieme allo scrivente: il Vescovo di Palermo, S.E.R Mons. Corrado Lorefice, la direttrice della Pastorale Sociale e del Lavoro, Dott.ssa Luisa Capitummino, la vice direttrice, prof.ssa Anna Staropoli, i due Animatori del progetto Policoro, Piero e Agnese e Danistan, un giovane della pastorale Migrantes, hanno partecipato attivamente ai lavori della Settimana sociale. Questo momento ha rappresentato un’opportunità unica di confronto e di costruzione di nuove prospettive per la nostra Diocesi e le nostre comunità.
Il cammino verso questo evento era iniziato molto prima, con una preparazione nella nostra Diocesi: una serie di incontri con giovani, associazioni e amministratori locali. Lì, nei luoghi dove si vive la ferialità della partecipazione, si è discusso dei benefici e delle fatiche della democrazia, riconoscendo in essa non solo un sistema politico, ma un cammino condiviso. Le Settimane Sociali non sono un evento isolato, ma un processo continuo che si sviluppa nei territori e nel tempo, sostenendo un dialogo costante tra diverse realtà e sensibilità per mantenere viva la democrazia e il sogno di una civiltà di Pace.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha aperto la 50ª Settimana Sociale, ha ispirato i presenti con un discorso visionario destinato a risuonare nelle coscienze civili. “Può esistere una democrazia senza il consistente esercizio del ruolo degli elettori?” ha chiesto, sottolineando la fragilità del nostro sistema. Con la sua consueta pacatezza, ha evidenziato come il vero valore democratico risieda nella partecipazione attiva di tutti i cittadini: “Mirare al bene comune non è il bene pubblico dell’interesse della maggioranza, ma il bene di tutti e di ciascuno al tempo stesso.”
Il discorso di Papa Francesco, a conclusione della Settimana Sociale, ha aggiunto una dimensione profetica al dibattito. Con parole incisive, ci ha richiamato ai rischi di una “democrazia vuota, che perde di vista l’uomo e i suoi bisogni concreti, diventando mera formalità”. Un potente richiamo alla necessità di riscoprire l’essenza umana e la fraternità nelle nostre Istituzioni. I tavoli tematici si sono rivelati autentici spazi di democrazia pratica.
Non potevamo, infatti, affrontare il tema della partecipazione, argomento principale di questa edizione delle settimane sociali, senza sperimentarla direttamente. Non è stato solo un approccio metodologico o uno strumento, ma un elemento essenziale e una proposta concreta per il Paese. Le piazze democratiche sono state il cuore pulsante dell’evento, veri crogioli di idee e speranze. Giovani e adulti, amministratori e cittadini impegnati, tutti insieme a discutere di giustizia sociale, pace, sostenibilità economica e tutela dell’ambiente. Un’energia contagiosa che ha fatto emergere la voglia di cambiamento.
Da amministratore, sono stato profondamente onorato di confrontarmi con i colleghi al Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia. Ottanta amministratori locali di ogni genere – sindaci, assessori, consiglieri – provenienti da tutta Italia, si sono incontrati per toccare con mano la voglia di fare rete e di costruire politiche locali più efficaci. È stato un dialogo animato dalla consapevolezza che solo insieme possiamo affrontare le sfide del nostro tempo. La dichiarazione politica finale, approvata all’unanimità, ha sancito la volontà di coordinarsi meglio, di superare la solitudine istituzionale che molti amministratori cattolici sentono da anni.
“Più che un nuovo partito dei cattolici italiani, serve uno spartito”, ha sintetizzato monsignor Luigi Renna, Vescovo di Catania, cogliendo l’essenza del dibattito. Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, che ci ha ospitati, ha letto una dichiarazione accolta per acclamazione: “Siamo pronti a fare un ulteriore passo in avanti”. Un appuntamento a ottobre per un incontro nazionale è già stato fissato, con l’obiettivo di continuare a lavorare su giustizia sociale, welfare, ambiente, famiglia e scuola, tenendo come bussola il magistero di papa Francesco.
Questa Settimana Sociale ha evidenziato l’urgenza di una partecipazione democratica attiva e consapevole. Il futuro? Promettente, se sapremo allenarci alla partecipazione, vera anima della democrazia, e costruire reti di solidarietà. Insieme, possiamo costruire una società dove ogni persona conta davvero, dove ogni voce trova la sua eco. Come diceva Giorgio La Pira: “le città sono fiamme accese nella notte della storia,” e qui a Trieste abbiamo visto questa fiamma brillare intensamente.
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