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Musiche e canti ebraici per un messaggio di pace e speranza

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Domenica 12 gennaio, alle ore 17:30, a Palermo, l’“Oratorio di San Mercurio”, situato nel cortile di “San Giovanni degli Eremiti”, ospiterà un concerto: “Tahev Shir “musiche e canti ebraici delle due culture Sefardita e Ashkenazita.

L’Editto di Granada e l’espulsione degli ebrei dalla Sicilia

Nel 1492, l’Editto di Granada, voluto da Ferdinando il Cattolico, impose l’espulsione degli ebrei dai territori ispanici, inclusa la Sicilia, a meno che non accettassero di convertirsi al cristianesimo. Nonostante le proteste del popolo e dell’aristocrazia siciliana, il Senato di Palermo fu costretto a promulgare il decreto il 18 giugno dello stesso anno. Dopo alcuni rinvii ottenuti grazie a pressioni locali, il 12 gennaio 1493 divenne il termine ultimo per gli ebrei siciliani: abiurare la propria fede o lasciare l’isola.

Molti scelsero la partenza, affrontando sacrifici e abbandonando la propria terra, beni e attività. Alcuni, i così detti “marrani”, si convertirono, mentre altri praticarono il “criptogiudaismo”, rischiando persecuzioni, torture e condanne da parte del Tribunale dell’Inquisizione. Gli ebrei siciliani, presenti sull’isola da oltre 1500 anni, non erano stranieri ma cittadini a tutti gli effetti. La loro espulsione rappresentò una grave perdita culturale ed economica per la Sicilia, lasciando un segno indelebile nella storia dell’isola.

L’evento, organizzato nell’ambito della “Settimana delle Culture”, vuole essere un momento di riflessione e condivisione attraverso il linguaggio universale della musica. Le melodie ebraiche, profondamente radicate nelle diverse culture da cui provengono, trasmettono un messaggio di pace, speranza e luce, valori quanto mai attuali e necessari. L’ingresso al concerto è libero.

Il commento di Clara Monroy di Giampilieri, Responsabile relazioni Istituzionali “Settimana delle Culture”:

«Da tempo “Settimana delle Culture” collabora con l’“Istituto Siciliano di Studi Ebraici”, e insieme sosteniamo la “Giornata Europea della Cultura Ebraica”, con incontri e presentazioni di libri. Per tanti di noi, questo rappresenta un legame profondo con le nostre origini.

A Palermo esistono tantissime famiglie con cognomi ebraici, segno di una storia che ci appartiene e che vogliamo mantenere viva. In questi tempi bui, in cui il mondo sembra impazzito, il nostro concerto rappresenta un raggio di luce, di speranza, di pace e di futuro.

È un modo per ricordare che la cultura e il dialogo possono unire ciò che sembra diviso e darci la forza per andare avanti. Perché, come diceva Anna Frank, ‘nonostante tutto, dobbiamo continuare a credere nell’intima bontà degli uominiˈ. Il nostro è un messaggio di pace, come ha detto il rabbino Moscati durante la cerimonia di “Chanukka”, svoltasi il 30 dicembre allo Steri: ˈteniamoci per mano, siamo tutti figli di Abramo, figli di un unico D-oˈ».

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