di Valeria Viola
Continuando la nostra ricerca nel mondo della Didattica museale, è d’obbligo ricordare che il XXVII Congresso Nazionale dell’ANISA, tenutosi a Treviso nei giorni scorsi, ha visto dibattuto il tema dell’Arte come disciplina trasversale: l’Arte potrebbe rappresentare, secondo la neo-eletta Presidente dell’Associazione Insegnanti di Storia dell’Arte, Dr.ssa Irene Baldriga, un collegamento tra gli assi culturali che costituiscono il tessuto per la costruzione di percorsi di apprendimenti orientati all’acquisizione di competenze chiave (DM n.139 del 22/08/2007). A prova di questo, il Congresso si è concluso con una sequenza di brevi elaborati video, che hanno mostrato alcuni lavori, prodotti sia da scuole che da musei, in cui l’Arte non era solo il fine ma anche il mezzo per raggiungere apprendimenti pure lontani dallo specifico campo artistico.
Questo pensiero è, d’altra parte, la base della progettazione dei moderni laboratori museali.
Per comprendere come stiano le cose qui da noi, continuiamo le nostre interviste: oggi ci risponde la Dott.ssa Agata Villa, direttrice del Museo Archeologico Regionale di Palermo. Il museo, dedicato all’archeologo Antonio Salinas, vive oggi una particolare contingenza essendo chiuso dal luglio 2011. Ciononostante, il suo futuro sembra roseo perché i lavori in corso dovrebbero realizzare una sala per la didattica e rendere disponibili supporti multimediali.
Da quanti anni Vi occupate di Didattica al Salinas?
Il museo si occupa di didattica dal 1996 con l’inizio del progetto Scuola-Museo che prevedeva degli approfondimenti su percorsi tematici. Da allora si sono sviluppati altri progetti simili corredati da pubblicazioni. E’ stato realizzato un percorso per non-vedenti (“in punta di dita”), una simulazione di uno scavo archeologico (“archeologo per un giorno”), corsi di aggiornamento per insegnanti, visite guidate a tema, alcune delle quali prevedevano anche la partecipazione dei genitori. Più recentemente, presso l’Albergo dei Poveri si è realizzata l’attività dal titolo “La scatola del tempo” sulla Collezione Casuccini.
Cosa pensate che il museo abbia lasciato alla città in questi anni?
Abbiamo sempre avuto un ritorno positivo per tutte le iniziative proposte, con grande affluenza di pubblico. Le richieste da parte delle scuole di partecipare ai progetti sono sempre state numerosissime e consistente è stata la presenza di pubblico durante le iniziative per aprire il museo alla città, come “La scuola adotta un monumento”, “La settimana della cultura”, “La notte dei musei”, ecc. E’ stata anche organizzata una iniziativa per aprire il Museo al quartiere dell’Olivella, in collaborazione con commercianti ed operatori della zona. In conclusione, pensiamo di avere dato alla città numerose opportunità di conoscere l’immenso patrimonio custodito in questo museo che è parte integrante della storia di Palermo.
Cosa pensate che l’esperienza abbia lasciato al museo?
Lavorare con e per le scuole è un’esperienza interessante; confrontarsi con docenti, alunni e cittadini ha contribuito sicuramente a creare un clima di dialogo ed ha determinato un reciproco arricchimento. Lo scambio di idee e proposte ha favorito un approccio diverso nei confronti del museo e delle sue collezioni, stimolandoci ad avvicinare il più possibile il pubblico all’archeologia. Infatti, per il nuovo allestimento verrà usato un criterio espositivo diverso, sicuramente più leggibile e sarà particolarmente curato l’apparato didattico e didascalico.
La riapertura del Museo Salinas è prevista per il prossimo anno ed è nelle speranze della Direttrice che siano finanziati altri progetti per continuare i percorsi intrapresi prima della chiusura.
E su questo annoso problema dei finanziamenti ai musei, concludiamo dando uno sguardo a quanto succede in altre realtà: Il Peggy Guggenheim di Venezia, che ad oggi vanta un’esperienza più che trentennale nella didattica museale, ha intessuto uno speciale rapporto col territorio, proprio grazie al finanziamento da parte dei enti pubblici e privati, infatti, col sostegno della Regione Veneto, il museo fornisce laboratori gratuiti alle scuole di tutta la regione e, grazie al finanziamento della Cassa di Risparmio di Venezia, viene allestita una serie di laboratori settimanali anche per le famiglie.
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