La storia di Alessio Castiglione originario di Brancaccio e oggi animatore del laboratorio di scrittura creativa New Book Club. “Per essere felici bisogna ritagliarsi una fetta di mondo dove stare bene”.
Scoprire quello che si vuole fare perseverando ed impegnandosi con tenacia per raggiungere degli obiettivi che possano diventare un modello anche per gli altri. E’ questo il pensiero forte che oggi spinge Alessio Castiglione a dedicarsi ad altri giovani come operatore all’interno del Centro di aggregazione giovanile Tau di Palermo del quartiere Zisa. Il giovane, di soli 22 anni, proveniente dal quartiere popolare Brancaccio/Sperone, grazie al centro che lo ha accompagnato e seguito per parecchio tempo, ha rappresentato il progetto SottoSopra al Members Meeting internazionale di Save the Children, tenutosi a New York dal 3 al 5 giugno scorsi, in rappresentanza dei giovani italiani.
Come sei arrivato al centro Tau?
Ci sono arrivato grazie ad una mia compagna di scuola che adesso è una mia carissima amica. Pur abitando in una altro quartiere popolare, mi sono sentito in tutti questi anni adottato, seguito, accompagnato e sostenuto pienamente attraverso diverse iniziative che sono state fondamentali per la mia crescita: scambi culturali internazionali, viaggi in Europa, tornei sportivi, approfondimenti della lingua inglese e progetti musicali.
Come hai valorizzato le opportunità che ti sono state offerte?
“Ho avuto la possibilità di conoscere diverse città europee che con la mia situazione economica familiare non avrei potuto fare. Siamo tre figli e la mia è una famiglia di condizioni economiche modeste perchè mio padre lavora come cuoco all’interno del carcere minorile Malaspina mentre mia mamma è casalinga. I miei genitori, essendo persone molto semplici ed umili, mi hanno lasciato libero di fare le mie scelte come quelle di frequentare un centro che per raggiungerlo occorrono tre autobus. All’inizio sono entrato perchè mi piaceva cantare e poi, a poco a poco, mi sono integrato benissimo, riuscendo a trovare tutto quello che cercavo”.
Adesso che ruolo hai all’interno del centro Tau?
Dopo tanti anni adesso anch’io sono diventato un operatore animatore del centro. Seguo, infatti, i ragazzi in un laboratorio di scrittura il New Book Cub ideato da me e realizzato con il progetto “Acchiappasogni”. Il laboratorio, nato 3 anni fa, è uno spazio di scrittura creativa dove i ragazzi hanno la possibilità di esprimere liberamente con la scrittura quello che a volte non riescono a dire con le parole. Prestando oggi il mio servizio al centro sono riuscito anche a pagarmi l’università, iscrivendomi nella facoltà di scienze dell’educazione di comunità dove spero di laurearmi l’anno prossimo.
Quali altre soddisfazioni hai avuto?
Ho partecipato al progetto di Save the Children SottoSopra che mi ha dato, tra le occasioni, la possibilità di prendere parte al salone internazionale di Torino dove ho esposto il mio libro “Vanità soldi fango” incentrato sulla prostituzione minorile nelle periferie partendo dal mio quartiere. Sempre attraverso Save the Children sono stato a New York dove mi hanno chiesto di rappresentare tutti i giovani italiani nel mondo. Naturalmente mi sono sentito onorato di essere stato scelto per potere parlare a questo meeting internazionale. Il progetto SottoSopra è un movimento nazionale locale formato da 250 ragazzi, da i 13 ai 22 anni, dove vengono promosse delle attività a favore di altri ragazzi più disagiati sui temi della povertà affettiva, del bullismo, della non discriminazione e dell’ambiente. Ognuna delle 11 città coinvolte si occupa di uno dei temi e Palermo, in particolare, si occupa dell’ambiente. Periodicamente ci riuniamo per definire tutta la nostra mission ed è davvero una bella scommessa.
Cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei?
La mia storia è sicuramente più fortunata di quella di altri giovani ma è sempre comunque frutto di impegno e di sacrificio. Io sto crescendo perseguendo ciò che mi piace grazie a realtà come Tau e Save The Chidren ma non alle opportunità che dovrebbero essere garantite invece dalle istituzioni. A volte mi chiedo cosa il mio Paese stia costruendo per tutti noi a partire a volte dalla scuola che potrebbe offrire, con approcci nuovi, migliori stimoli che invece non porta avanti a causa di un sistema che non riesce a dare risposte esaurienti a noi ragazzi.
Cosa pensi della politica?
Avverto da molto tempo le istituzioni locali ma anche nazionali distratte e molto disattente nei nostri confronti. Chi oggi proviene da famiglie e situazioni difficili non sempre viene messo nelle stesse condizioni di camminare e crescere al passo di tutti gli altri coetanei che invece hanno una sorta di percorso guidato. Ho fiducia in un sociale che parta dal basso, che parli con la gente, ne stimoli il senso critico in una prospettiva di crescita lungimirante in quella che può definirsi come disse Aldo Capitini ‘omnicrazia’. Abbiamo bisogno di chi ci dia strumenti che possano accrescere la nostra consapevolezza di diventare attori delle nostre scelte in grado di incidere nelle politiche per il nostro Paese. Noi giovani abbiamo ancora la voglia di sognare e di portare vanti le nostre idee e quello in cui crediamo ma abbiamo bisogno di chi ci supporta ed è in grado di trasmetterci quella positività che ci sprona ad andare avanti senza demoralizzarci, disilluderci e farci andare via dall’Italia.
Cosa ti senti di aggiungere?
Per essere felici bisogna ritagliarsi una fetta di mondo dove stare bene. Bisogna scoprire e trovare quale può essere la nostra strada attraverso le realtà che ci mettono nelle condizioni di accompagnarci per poi camminare con le nostre gambe. Sta, infatti, a noi continuare il percorso con le nostre forze aiutando a nostra volta chi rimane più indietro a rimettersi nella carreggiata. In questo senso, le esperienze internazionali mi hanno permesso, certamente, di dare una grande carica ai ragazzi che seguo al centro perchè se ce l’ho fatta io ce la possano fare anche loro.
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