di Fernanda Di Monte
“La signora delle scienze” è la definizione che, ci pare, descriva meglio la persona di Fabiola Gianotti, scienziata e appena nominata direttrice del CERN di Ginevra.
Lo scorso anno, il 28 maggio 2013, abbiamo avuto l’opportunità di incontrarla a Palermo presso la Facoltà di ingegneria. La prima sensazione ricevuta è stata di semplicità e affabilità. Il suo raccontare la ricerca del “bosone di Higg”, la cd. “particella di Dio”, con parole chiare a una platea piena di giovani studenti attenti attraverso un powerpoint e con un linguaggio non tecnico.
Nata a Roma, da padre piemontese e madre siciliana, si appassiona al mondo della scienza, grazie alla lettura della vita di Marie Curie (1867-1934) e di Albert Eistein (1879-1955). Dopo gli studi classici e un diploma di pianoforte al Conservatorio, conseguiti laurea e dottorato in fisica a Milano, approda a Ginevra nel 1994, giovanissima, con una borsa di studio al CERN, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle.
Inizia a essere conosciuta proprio perché guida migliaia di scienziati, di tutto il mondo, in uno degli esperimenti più complessi. Insieme a loro scopre il bosone di Higgs, la particella fantasma cercata per più di cinquant’anni dai fisici.
La rivista Forbes l’ha nominata tra le 100 donne più potenti del mondo e il Time l’ha inserita, nel 2012, al quinto posto nella lista delle persone più importanti, preceduta solo dal presidente americano Obama!
Eppure incontrandola e ascoltandola si percepiva la sua passione e umiltà. Metteva in risalto la collaborazione e il lavoro di squadra di suoi 3000 colleghi scienziati, per la maggiore fisici, e la provenienza da circa 40 paesi di tutto il mondo, evidenziando la convivenza pacifica anche tra coloro che appartenevano a paesi in guerra.
L’esperimento ATLAS, viene da lei descritto, il 4 luglio del 2012 come il più grande esperimento scientifico mai realizzato e la scoperta di una particella corrispondente al bosone di Higgs.
Un sogno che si avvera: “È un’emozione grandissima, un risultato che corona 20 anni di lavoro di un’enorme collaborazione internazionale. Per noi rappresenta un traguardo, ma anche un punto di partenza. È un traguardo perché il bosone di Higgs è stato una delle motivazioni per costruire Lhc. È un punto di partenza perché adesso dovremo studiarne le caratteristiche per capire se si tratta effettivamente della particella standard o di qualche sua diversa incarnazione”.
Al di là dell’importanza della scoperta ciò che la Gianotti ama evidenziare che essa è frutto di una profonda collaborazione tra persone di culture, razze, differenti e che la ricerca fatta insieme supera ogni barriera, ogni ideologia e questo grazie alla scienza che diventa così anche strumento di pace.
A chi vuole intraprendere la propria strada, dice che “Non bisogna mai arrendersi, insisti e trova dentro di te la forza per raggiungere i tuoi obiettivi. (…) La ricerca è la linfa che alimenta il progresso, senza di essa il progresso prima o poi si inaridisce, con danni gravissimi per lo sviluppo del Paese”.
Alla domanda un po’ provocatrice: Lei è una donna è occupa uno dei posti più alti in ambito scientifico. Risponde con una modestia rara che conferma la sua “signorilità”: “Ho avuto il privilegio di essere a capo dell’esperimento Atlas in un momento storico e sono grata ai collaboratori che mi hanno eletta per questo ruolo. È vero, non è così frequente, ma vedo sempre più ricercatrici che si affacciano alla ricerca fondamentale. Anche in Atlas la quota femminile è cresciuta nelle generazioni più giovani. Spero di poter mostrare alle ragazze che intendono intraprendere la carriera scientifica che, con entusiasmo e determinazione, ce la si può fare”.
Alcune foto dell’incontro a palermo del 27 maggio 2013
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