Dal vangelo secondo Giovanni.
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Il Signore è veramente Risorto! Alleluia
Con la domenica di Pasqua, giungiamo al nucleo fondante della nostra fede.
“Se non esiste resurrezione dei morti, neanche Cristo è resuscitato; ma se Cristo non è resuscitato vana la nostra predicazione ed è vana la nostra fede (S. Paolo lettera ai Corinzi 15,-14)” Le parole di Paolo nella loro semplicità, affermano con la forza e il vigore tipico delle sue lettere, la verità fondamentale della missione salvifica di Cristo e la missione apostolica affidata ai discepoli e a noi tutti battezzati.
E’ il giorno della festa! “Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo” (Salmo 117).
Cerchiamo di scoprire come la luce di Resurrezione sia apparsa ai discepoli e continui ad apparire alle nostre menti erranti, ai nostri cuori bisognosi di luce misericordiosa e rischiari così i nostri cammini.
Siamo rimasti fermi e attoniti, davanti al corpo trucidato dalla violenza della crocifissione, avvolto nel sudario e misericordiosamente deposto, dal pio Giuseppe, in un sepolcro ancora nuovo, ignaro di dover ospitare un corpo tanto Santo dopo essere stato così dilaniato
Possiamo chiamare il vangelo di oggi “il vangelo del correre”. Per ben tre volte ritroviamo questo verbo nei versetti di Giovanni (20;1-9) unitamente ad altri sinonimi “si recò, uscì, giunsero …; di particolare efficacia è anche il tempo dei verbi usati per indicare le azioni dei protagonisti, riportato esattamente da tutti e quattro gli evangelisti
Non è ancora mattino, è l’ultimo tratto della notte, quel momento di penombra tanto intenso che fa destare e mettere in movimento chi pensa a qualcosa di importante da fare. Maria di Magdala si reca al sepolcro per visitare la tomba, gesto umanissimo di chi ha perso la persona amata, per rimanere ancora un po’ accanto a colui che le ha rivoluzionato la vita, l’ha tratta da un’esistenza indifferente e senza amore per lanciarla in un cielo azzurro di bene e di perdono, fino ad allora inimmaginabile. Ma ,inspiegabilmente, trova rimossa la pietra posta come chiusura della tomba, e subito corre dai discepoli Pietro e Giovanni perché sente subito il bisogno di comunicare, di gridare un evento incomprensibile.
Pietro e Giovanni corrono anche loro verso il sepolcro, corre più veloce Giovanni, anche se alla fine viene meno il coraggio di abbracciare la verità che va oltre i sensi, e allora si china e aspetta. Pietro corre meno velocemente, forse perché riflette su ciò che può essere accaduto e ripensa a quel giorno quando, vicino a Cesarea Gesù gli preannunciò che sarebbe stato ucciso per risorgere dopo tre giorni e quando lui stesso, proprio per questo annuncio troppo assurdo e incomprensibile, l’aveva preso in disparte e rimproverato (Marco 8,31-33), e adesso pensa: e se fosse vero?
E’ proprio Pietro ad entrare per primo nel sepolcro e in un momento di profondo silenzio-preghiera osserva i teli piegati, il sudario messo da parte. Quel Pietro che conosciamo bene – tanto impulsivo e passionale, tanto amorevole con Gesù ma anche così tanto fragile e umano da rinnegarlo tre volte per paura – lo vediamo rimanere nel sepolcro assorto, obbligato a credere che quella straordinaria storia dell’annuncio del regno di Dio non si è conclusa nel sepolcro, ma riinizia con un’alba nuova per tutti gli uomini.
Presi per mano da Maria di Magdala, da Pietro e da Giovanni corriamo anche noi, per essere testimoni credibili con la nostra vita che Gesù è risorto per noi tutti.
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