Una legge utilizzata a uso e consumo di un gruppo di ”Vigilantes” musulmani che mira a distruggere le minoranze religiose in Pakistan. È questa nella sostanza più che nella forma la volontà di tenere in vita la legge sulla blasfemia. A denunciare è Amnesty International, l’organizzazione non governativa impegnata nella difesa dei diritti umani. Tramite il Rapporto “As good as dead’ The impact of the blasphemy laws in Pakistan”, l’Istituzione è intenta a promuoverne l’abrogazione. Utilizzata in modo strumentale per mettere a tacere prima con l’arresto e in seguito con la morte, le persone accusate, è lesiva per quelli che sono considerati dei diritti inviolabili dell’uomo.
La direttrice del programma “Temi globali” di Amnesty International, Audrey Gaughram, dichiara: “Ci sono prove schiaccianti che la legge sulla blasfemia viola i diritti umani e incoraggia le persone ad applicarla per loro tornaconto. Una volta che una persona viene accusata, il sistema le offre ben poca protezione, la presume colpevole e non la tutela da coloro che vogliono usarle violenza”.
Sono pochi coloro i quali hanno salva la vita dopo un’accusa di blasfemia secondo i dettami della legge islamica. Per i pochi fortunati, comunque, il calvario non finisce: spesso la vessazione continua con minacce di morte o intimidazioni nei propri confronti oppure ai familiari.
Nel Rapporto si spiega come le persone accusate di blasfemia portino avanti “una lotta impari per vedersi riconosciuta l’innocenza”. Di fatto, gruppi o singole persone si fanno giustizieri “minacciando o uccidendo le persone accusate e quelle a loro legate, come i familiari, gli avvocati e i membri della comunità di appartenenza”.
Una vergogna spesso sottaciuta dai mass-media. La legge sulla blasfemia è chiaramente un abuso di potere ingiustificato, che viola “gli obblighi internazionali del Pakistan di rispettare e proteggere una serie di fondamentali diritti umani, come le libertà di religione, credo, opinione ed espressione.
Secondo il regolamento giuridico interno allo Stato pakistano, la legge sulla blasfemia è costituita da tre articoli del codice penale nazionale che puniscono con l’ergastolo o la pena di morte il vilipendio al Corano, all’islam e al Profeta Maometto. Porre fine alla strumentalizzazione settaria è un dovere morale oltre che civile.
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