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“Questi è il Figlio mio, l’amato” – Introduzione alla Lectio Divina su Mt 3,13-17 8 Gennaio – Battesimo del Signore

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lectio13 Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per essere da lui battezzato. 14 Ma questi vi si opponeva dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» 15 Ma Gesù gli rispose: «Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia». Allora Giovanni lo lasciò fare. 16 Gesù, appena fu battezzato, salì fuori dall’acqua; ed ecco i cieli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».

 

 

Dopo aver contemplato con i cuori pensanti dei Magi il mistero del Dio Bambino, oggi, la liturgia ci invita ad accompagnare Gesù sulle rive del Giordano, ormai adulto, in questo passaggio fondamentale della sua vita che porta a compimento l’esperienza profonda dell’infanzia e dei lunghi anni silenziosi del “crescere in età, sapienza e grazia” (Lc 2, 52). Ci saremmo aspettati un’entrata in scena con effetti sbalorditivi di potenza e di forza e invece, Gesù, il Figlio di Dio, inaugura la sua missione immergendosi in questo fiume di umanità in fila con altri peccatori per ricevere il battesimo di Giovanni.

Gesù, un ebreo come tanti altri, cresciuto al Nord della Palestina, dove ha imparato, nel silenzio, a conoscere se stesso e a crescere come uomo condividendo le attese e le speranze del suo popolo, adesso, si incammina verso il fiume Giordano, un fiume che ha visto tanti passaggi del popolo d’Israele, un fiume di storia che scorre sul confine tra il deserto e la terra promessa, come a segnare il limite sottile che attraversa la vita umana, sempre in bilico tra il fallimento e il successo; tra l’aridità e la fecondità; tra una vita gioiosa e una vita triste.

Ed è proprio a questo calarsi nelle profondità dell’uomo che segue un’impetuosa manifestazione delle altezze. I cieli si aprono. La pienezza dello Spirito di Dio ricolma di amore il cuore umano di Gesù. Nel mezzo del silenzio del deserto, quando tacciono le grida del Battista che abbiamo ascoltato durante l’avvento e nel brusio della confessione dei peccati di quanti si immergono nel Giordano, risuona dall’alto la voce di Dio: «Tu sei il Figlio mio, l’amato». In Gesù uomo che scende nel Giordano e si è consegnato per amore, Dio rivela l’uomo che egli ama: l’uomo che esce dal deserto dell’individualismo e si apre alla fecondità inesauribile dell’amore.

L’eco di quella parola d’amore risuona ancora oggi, nel cuore di tutti quelli che si immergono nel fiume d’amore di Dio e sentono su di sé lo sguardo compiaciuto di Dio che continua a sussurrare: «Questi è il Figlio mio, l’amato».

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