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Maria SS. Mediatrice – Mons. Salvatore Sapienza

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Intervista a Mons. Salvatore Sapienza

Parrocchia Maria SS. Mediatrice – 20.1.2014

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Purtroppo il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione per questa intervista non mi ha consentito di fare emergere come avrei voluto la ricchezza di questa realtà parrocchiale.

Dal colloquio con Mons. Sapienza è emerso, però, con chiarezza che la parrocchia di Maria Ss. Mediatrice è particolarmente dedita al culto della Madonna, che coinvolge attivamente la partecipazione di tutto il territorio parrocchiale.

 

 

Quanto è grande la parrocchia?

Più di 20.000 abitanti

 

Qual è il rapporto tra il numero dei parrocchiani e quello di coloro che frequentano la messa domenicale con una certa costanza?

Non è facile quantificarlo, perché qui ci sono due realtà confinanti che sarebbero la Madonna dei Rimedi e la chiesa dei Cappuccini. Però calcolo che nella messa del sabato ci possono essere circa 1.000 persone, 150 domenica alla messa delle 8.00, 1.000 alle messa delle 10.00 e altre 850 alla messa delle 11.00.

 

È prevalente il radicamento territoriale o vi sono persone che vengono da zone territoriali diverse?

Per la messa della domenica pomeriggio accogliamo gente che viene da tutte le parrocchie vicine, anche perché è una delle poche chiese aperte la domenica pomeriggio.

 

Nel territorio parrocchiale, come cercate di raggiungere i non praticanti o non credenti?

Noi cerchiamo di portare avanti delle attività soprattutto mariane, perchè la Madonna è un punto di riferimento molto sentito in parrocchia. In tanti periodi dell’anno portiamo in giro un’immagine della Madonna, ci si riunisce, si prega, si fanno delle riflessioni.

Poi ci sono state le missioni, che hanno coinvolto tutta la parrocchia. Addirittura la prima volta che si sono fatte  abbiamo potuto realizzare 72 punti di ascolto.

 

Ci sono attività di formazione che vanno al di là del catechismo per i bambini e i ragazzini fino alla cresima? I catechisti per la preparazione alla prima comunione e alla cresima vengono preparati, a loro volta? Come? Da chi?

Intanto ci sono i ragazzi che vengono per la scuola di catechesi, frequentato da chi va in seconda elementare fino alla seconda media, data in cui avviene la cresima. Poi abbiamo il periodo del dopo cresima, ci sono gli incontri per le coppie. Viene curato in modo particolare il contatto con le famiglie dei ragazzi che frequentano la scuola di catechesi. Questo è un punto particolarmente significativo. Abbiamo circa 300 ragazzi  che vengono alla scuola di catechesi e alle spalle ci sono le famiglie.

I catechisti sono preparati da me personalmente una volta al mese. Ci aggiorniamo su tutti i documenti che vengono dalla Conferenza episcopale o direttamente dal Papa.

 

Qual è la percentuale di ragazzi che continua a frequentare la parrocchia dopo la cresima? C’è un gruppo giovanile permanente? Che età hanno i partecipanti in media?

Purtroppo molto scarsa, non saprei fare una percentuale.  C’è un gruppo giovanile che va avanti da almeno 4 anni frequentato da ragazzi di 14, 15 16 anni, ma ci sono anche universitari.

 

Quali sono i rapporti tra la parrocchia e le associazioni, i gruppi e i movimenti (Azione cattolica, Scout, etc.) – se ce ne sono – che operano al suo interno?

Non ce ne sono.

 

Che ruolo hanno i laici?

E’ predominante l’opera dei laici. E’ affidata loro la catechesi, la conduzione di tutte le attività ricreative, le attività assistenziali. Io sono il parroco e per tanti anni sono stato solo. Da un anno ho il vice parroco che collabora in questo lavoro.

 

Quali sono i tratti essenziali  della esperienza di fede che vi caratterizza (o che è presente in parrocchia)? Vi riconoscete in una spiritualità particolare?

Tutto ciò che riguarda la Madonna. E’ un punto di riferimento. Basta che ci sia una qualsiasi manifestazione che riguarda la Madonna che la chiesa si riempie. Organizziamo ogni mese dei momenti di preghiera. Un momento di preghiera significativo è ogni giovedì l’esposizione del Santissimo.

 

Qual è il gruppo o il cammino spirituale che ritenete più vicino a quello che perseguite?

Non c’è.

 

Qual è l’iniziativa che vorreste realizzare insieme ad altri gruppi e\o parrocchie?

Non ci abbiamo pensato. Mi pare difficile poterle realizzare, anche perché i laici che sono impegnati lo sono già abbastanza e mettere avanti altre cose, significherebbe  mettere troppa carne al fuoco.

Per diversi anni le cinque parrocchie del quartiere – Maria SS. Mediatrice, S. Oliva, SS. Crocifisso a Pietratagliata,  San Carlo Borromeo a Pagliarelli e San Basilio – abbiamo portato avanti tante attività: la formazione dei catechisti,  che era stata affidata a me, le attività liturgiche che si svolgevano di volta in volta nelle diverse parrocchie, le celebrazioni degli anniversari sacerdotali dei parroci, la via crucis o la liturgia penitenziale durante la quaresima.

 

Cosa ritenete urgente per risolvere o affrontare i problemi, se ce ne sono, della città di Palermo?

Ci preoccupa la diffusione della delinquenza minorile. Ho detto proprio in questi giorni che prima a Villa Tasca si stava tranquilli, ora si ripetono spesso furti e  aggressioni. Noi abbiamo sempre denunciato alle autorità.

 

Cosa ritenete urgente per risolvere o affrontare i problemi, se ce ne sono, della chiesa di Palermo?

Non ci siamo posti questo interrogativo e non saprei dare una risposta.  Dovrebbe essere più sentita l’unione tra il vescovo e i sacerdoti e poi  tra noi sacerdoti. Purtroppo spesso ognuno tira il suo carretto.

 

Secondo lei con il termine cultura cosa si intende?

Parlo di cultura religiosa. Qui c’è tutta gente che lavora e che non si potrebbe impegnare. Abbiamo avuto in parrocchia una sede di teologia di base per diversi anni, poi inaspettatamente  l’hanno collocata in altri posti  e non mi sono occupato di questo.

 

 Intervista a cura di Luciana De Grazia

 

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