E’ notizia di pochi giorni fa che l’asilo nido di Brancaccio, fortemente voluto da padre Puglisi, al momento è salvo: il Comune ha trovato i fondi per rilanciare il progetto.
In un precedente articolo abbiamo parlato delle vicissitudini burocratiche che hanno determinato, fino all’arrivo della lieta notizia, la mancata realizzazione del progetto dell’asilo. Maurizio Artale, prima responsabile e poi dal 2011 presidente del “Centro di Accoglienza Padre Nostro” nel quartiere Brancaccio di Palermo, qualche giorno fa si era rivolto con un accorato appello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la realizzazione del progetto dell’asilo .
Abbiamo intervistato in questi giorni lo stesso Artale che ci ha spiegato quanto segue:
Perché è così importante a Brancaccio la realizzazione dell’asilo?
«Fino a quando non daremo a partire dalla primissima infanzia una istruzione, una formazione e un’educazione ai nostri bambini, cresceranno e si moltiplicheranno i Riina, i Provenzano e i Messina Denaro di turno. I bambini resteranno per strada e verranno accalappiati dalla mafia che insegnerà loro a mettere l’attak nelle saracinesche di chi non paga il pizzo, prima di diventare killer. Ecco perché è importante la realizzazione dell’asilo . E’ infatti nella povertà, nella miseria e nella solitudine, all’interno dei quartieri a rischio come quello di Brancaccio e tanti altri, che la mafia trova campo fertile e continua a radicarsi. E’ necessario mettere in atto politiche per aiutare i più deboli e in questo senso molto importante è stato l’incontro tra mons. Antonino Raspanti presidente della Cesi (Conferenza Episcopale Siciliana) e il presidente dell’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) l’on. Gaetano Galvagno, per fare fronte comune. Come ha sostenuto Raspanti: “è opportuno offrire sostegno alle periferie esistenziali, affinché i lontani ed esclusi dal bene sociale non siano dimenticati”. La Chiesa dunque a fianco della politica per avviare un percorso di dialogo e di collaborazione. Anche mons. Giuseppe Baturi segretario generale della Cei ( Conferenza Episcopale Italiana), pochi giorni fa, ha ribadito il concetto di un dialogo a tutto campo con il governo per contenere la povertà» .
La vittoria di padre Puglisi, oggi, con il rilancio del progetto dell’asilo può essere intesa come la vittoria del dialogo e della collaborazione?
«Certamente… oggi ha vinto padre Puglisi, ha vinto il suo metodo del dialogo e della collaborazione di cui parlavo prima, perfettamente in linea con il suo pensiero. Ho appreso infatti dai mezzi d-informazione che ringrazio con gioia e anche un po’ di commozione, che il sindaco Lagalla ha trovato i fondi per rifinanziare l’asilo nido di Brancaccio. Almeno per adesso i bambini di Brancaccio hanno riacquisito un diritto che da circa due mesi avevano perso, un diritto che era nato da un lontano sogno/profezia, del beato Puglisi e da tanta solidarietà pervenuta al “Centro di Accoglienza Padre nostro” da lui fondato, e da tutta Italia. Provo la stessa gioia che ho provato nell’apprendere dell’arresto di Messina Denaro… un momento così tanto voluto è atteso che ti fa dimenticare i motivi per il quale non si avverava ed il tempo perso… oggi abbiamo di che gioire. Non abbasseremo l’ attenzione e siamo certi che questa amministrazione finalmente metterà al suo posto l’ultimo tassello per definire l’iter burocratico per la costruzione dell’asilo nido a Brancaccio, “i piccoli del beato Puglisi».
Artefice del cambio di prospettiva è il sindaco Lagalla che afferma quanto segue: “Da un esame delle economie che si sono determinate a valle degli interventi Pon, sono rinvenuti oltre 3 milioni e 800 mila euro e l’amministrazione si appresta ora ad avviare la procedura per poter finalmente pervenire alla definizione del progetto e all’aggiudicazione della gara, con i lavori che dovranno essere conclusi entro il 31 dicembre 2026”.
“Le dichiarazioni del sindaco sono inequivocabili. Rispetto al progetto originario, ci sono ottocentomila euro in più che serviranno per migliorare la struttura. Tutto nasce da una intuizione del Beato Giuseppe Puglisi. Lui credeva molto nella buona volontà di tutti. Ecco, possiamo dire che oggi trionfa il suo metodo” – conclude Artale.
A noi resta sperare che questo importantissimo e lieto evento determini l’inizio di una fruttuosa collaborazione e di un dialogo che in futuro possa dare i suoi frutti, perché è soltanto dall’impegno reciproco in cui “se ognuno fa qualcosa, si può fare molto” che possono prosperare società più civili e dignitose.
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