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«Dov’è il pericolo, cresce anche ciò che salva» – Lectio Divina su Mc 1,12-15

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Il testo del Vangelo: Mc 1,12-15

12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. 14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Oggi, prima domenica di Quaresima, la Chiesa ci invita a riflettere sull’esperienza del deserto e delle tentazioni, attraverso il racconto conciso dell’evangelista Marco. Dopo il battesimo, ancor prima del reale inizio della vita pubblica di Gesù, i Vangeli sinottici collocano questo evento un po’ misterioso: Egli è “sospinto” dallo Spirito nel deserto, dove è tentato dal maligno.

Gli altri evangelisti evidenziano il lungo digiunare di Gesù e riportano tre tentazioni che, in modo penetrante e quasi sinistro, sintetizzano e includono ogni tentazione umana. Il Vangelo di Marco, invece, più genericamente descrive Cristo che affronta Satana e il deserto, invitandoci a riflettere sul significato stesso di deserto e tentazione.

Salvezza e pericolo

La permanenza presso luoghi disabitati, sostando in preghiera, è una costante nella vita di Gesù. La dimensione del “deserto” ha assunto una grande rilevanza nella spiritualità cristiana, poiché da luogo inospitale per eccellenza, diventa terreno da percorrere, che Gesù stesso ha percorso in nostro favore. Il deserto, è quel luogo, esteriore e interiore, in cui, lontano dai rumori e dai ritmi della vita quotidiana, l’uomo entra in contatto con se stesso. In questo “incontro” sono svelate tutte le ambiguità, le fragilità, gli irrisolti, le menzogne della nostra vita. Per questo, oltre a essere un luogo di salvezza, il deserto è anche un luogo di “pericolo”: lì, al culmine del nostro limite, si annidano le tentazioni del maligno e Satana cerca di farsi spazio. Il deserto diventa, pertanto, terreno di combattimento.

Una purificazione necessaria

Il percorso attraverso le tentazioni è la vita stessa: ogni esperienza e ogni scelta contengono questa tensione e questa lotta. C’è una purificazione costante che l’uomo deve vivere, un “andare oltre se stesso”, a cui il tempo di quaresima ci invita. Come l’alleanza di Dio con l’umanità avviene dopo il diluvio (Gn 9,17), così l’alleanza con ogni uomo avviene laddove si affrontano le proprie ambiguità e si esce dalla propria (falsa) sicurezza. Non possiamo pensare che questa alleanza “pacifichi” ogni aspetto della nostra vita, compresi menzogna e peccato. Una purificazione è necessaria.

Gesù affronta il deserto

Gesù affronta il deserto: ciò non accade per caso, ma vi è sospinto dallo Spirito. Egli abita ogni “luogo” dell’umano, compreso questo. Dove è la tentazione e la lotta, Gesù passa, in nostro favore, come ulteriore esempio della sua spoliazione. Mai Cristo perde la sua signoria di fronte a Satana: Egli è Dio, la Parola vivente. In questo la sua esperienza di deserto è radicalmente diversa dalla nostra, al punto che prefigura un ritorno all’armonia dell’Eden (stava pacificamente anche con le bestie selvatiche). Averla attraversata per noi, subito dopo il battesimo, quasi spinto da un’urgenza dello Spirito, la trasforma in occasione di purificazione e salvezza, grazie alla preziosa bussola che è la Parola di Dio.

Prepararsi al Regno

Giunto in Galilea, inizia a predicare la venuta del Regno e la conversione. Cambiare vita, “convertirsi” prevede questo continuo passaggio attraverso le tentazioni che più ci investono. Il tempo penitenziale che la Chiesa ci offre è indispensabile per preparare l’incontro Pasquale. Una maggiore ricerca di silenzio, durante questi quaranta giorni, favorirà uno sguardo su noi stessi, il combattimento contro il peccato e l’apertura verso il Regno, che si fa vicino.

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