di Antonina Concetta Pellerito
“Attraverso ogni riflessione etica
cerchiamo di porre inizio
al concetto di bene e
del dovere emergente”.
(S.Privitera “Il volto morale dell’uomo” ISB)
L’uomo, inteso nella sua globalità, non è soltanto un soggetto che riflette, indaga e che fa scienza, ma è anche un soggettoche vive moralmente, pertanto come soggetto morale diventa anche l’oggetto della sua riflessione scientifica.
Non possiamo trascurare le situazioni che i nostri alunni si trovano e si troveranno, in futuro, ad affrontare ne quali conoscenze disciplinari siano riferibili alle pratiche sociali e inferirne le competenze che essi dovranno possedere per vivere.
Edgard Morin , ha affermato , in un comunicato stampa risalente al 19 aprile 2007
che: “Cultura , scuola e persona sono inscindibili”, anche l’autore Edward Del Bono parla di una necessaria sfida “.. dell’imparare a pensare” egli afferma che :…“La conoscenza non basta altrettanto importanti sono gli aspetti creativi , costruttivi , progettuali ed operativi del pensiero….”;
“(….) Lavorare a pensare bene, ecco il principio della morale” diceva Pascal !
Tale frase ci indica che il legame tra il sapere e il dovere dev’essere continuamente assicurato
“L’etica deve mobilitare l’intelligenza per affrontare la complessità della vita , del mondo, dell’etica stessa”
Il Prof. Ceruti, a tale proposito, afferma che, la scuola non deve rinunciare alla propria funzione , anzi quest’ultima a maggior ragione ,diventa di importanza fondamentale perchè deve svolgere un’attività da filtro e di interconnessione per tutte le esperienze di tipo cognitivo ed emotivoche i bambini e i ragazzi effettuano fuori dalla stessa .
Tali esperienze potrebbero portare ad un’eccessiva dispersività e frammentarietà , con strategie adatte alla rielaborazione delle conoscenze, a tutte quelle di pensiero che consentano di selezionare i dati pertinenti , con l’attuazione di connessioni traimmagini e concetti , l’utilizzo di abilità di ragionamento e con lo sviluppo di processi di natura logico argomentativa.
Una didattica che voglia rispettare la complessità dei fenomeni, deve affrontare un lavoro continuo di connessione ,tra elementi multidisciplinari, evitando da un lato, di cadere nel caos e dall’altro, di costruire uno schema costruttivo totalizzante, che non lascia spazio all’incertezza…
Ma allora la sfida ,va ben al di là di un semplice adeguamento dell’insegnamento scolastico alle ultime ricerche/scoperte in ambiti disciplinari, richiede una riforma culturale
che si fondi su modelli e strumenti ampi e flessibili tali da permettere un’organizzazione dell’idea del sapere aperta alla discontinuità ,alla sorpresa ,all’incertezza ,alle sfide delle scoperte e delle innovazioni, alla capacità di riformulare le proprie interrogazioni e che favorisca la promozione dello sviluppo ,la qualità degli apprendimenti, la formazione di un pensiero pratico – esperto.
In tale contesto,di ”svolta epocale” è possibile armonizzare le finalità dell’eticacon quelleeducative.
In entrambi i casi dev’essere presente la ricerca di valori e di senso , non è infatti sufficiente chiedersi:“ cosa devo fare?” bisogna essere in grado di rispondere alla domanda: “che persona vogliodiventare?”
Esistono molte risorse disponibili per promuovere una formazione etica a partire da quelle normative (Internazionali ,europee ,nazionali ,regionali …), progettuali (Ministero dell’istruzione università e ricerca, l’Istituzione scolastica ,gli enti locali ,il terzo settore , le associazioni,….), organizzative (Spazi interni ,esterni ,strumenti , materiali ,metodi….)sino ad arrivare a quelleumane (Dirigente scolastico, Figure di Sistema, docenti , esperti esterni…..).
Le risorse normative valide universalmentesono costituite dalla Dichiarazione universaledei diritti umani, costituita da 30 articoli e a livello nazionale dalla Costituzione della Repubblica Italiana ,costituita da 139 articoli; la normativa europea comprendele otto competenze-chiave perl’apprendimento permanente (Raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18/12/2006) e la Strategia di Lisbona ( Comunicazione della Commissione Europa 2020- “Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”).
A livello nazionale il Ministero dell’istruzione università e ricerca fornisce le otto competenze chiave di cittadinanza (D.M.n.139/2007,All.2); le Indicazioni nazionali 2012; un Documento di Indirizzo per la sperimentazione del nuovo insegnamento di cittadinanza e costituzione (D.M.n.4/3/2009);le indicazioni nazionali per i licei e le Linee guida per gli IP e IT (D.P.R.n.87,88,89 del15/3/2010).
Ricordo ,inoltre ,l’esistenza di un Protocollo d’intesa stipulato tra il Ministero dell’istruzione università e ricerca ed il Consiglio Nazionale di Bioetica.
Con l’entrata in vigore della Legge Moratti (L.n.53/2003),agli artt.1,2-(co- b), si sottolineava la necessità di avere un sistema educativo di istruzione e formazione orientato a favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana promuovendo ”il conseguimento di una formazione spirituale e morale anche ispirata ai principi della Costituzione”, educando ai “principi fondamentali della convivenza civile”.
Con l’approvazione della Legge n.169/2008 all’art.1:“a decorrere dall’inizio dell’anno scolastico 2008/09,oltre a una sperimentazione nazionale , ai sensi dell’art.11 del Regolamento di cui al D.P.R.8 marzo 1999 n .275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzato all’acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a Cittadinanza e Costituzione,
nell’ambito delle aree storico-geografica e storico – sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse”.
Tra il 2009 e il 2010 sono stati emanati i decreti attuativi che hanno portato a regime, l’assetto ordinamentale del primo e del secondo ciclo. Gli ordinamenti del primo ciclo sono stati rivisti con il D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 che per quanto riguarda l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione nella scuola primaria , si è limitato a ricordare la Legge 169/2008 .
Per la secondaria di 1 grado si è precisato che l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione è inserito nell’area disciplinare storico-geografica (art.5 comma 6).
Il secondo ciclo è stato riordinato ,nel 2010, mediante i seguenti decreti:
DPR n° 87,n°88 e n°89 del 15 marzo 2010, riguardanti gli istituti professionali, gli istituti tecnici e i licei, ove , con riferimento esplicito all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione risultano coinvolti “tutti gli ambiti disciplinari” entro il monte ore delle discipline già esistenti.
Il percorso culturale di Cittadinanza e Costituzione per un impianto didattico-progettuale segue il format delle Indicazioni Nazionali 2012 con l’articolazione in obiettivi specifici di apprendimento e con i traguardi per lo sviluppo delle competenze.
La parte più significativa dell’intero disegno culturale contiene riferimenti espliciti della dimensione esistenziale verso cui poter rivolgere tutto l’insegnamento con nuclei fondanti rappresentati dalla dignità umana, fondamento dei diritti umani ,invocata nel preambolo della Dichiarazione universale dei diritti umani (dell’ONU) ; dall ’identità ed appartenenzacollegabile al fine dell’attività educativa in quanto tale –accompagnare la persona che cresce alla costruzione di una propria identità personale e sociale; dall’ alterità e relazione in cui la persona si scopre strutturalmente aperta all’altro, inteso come portatore di ricchezza senza la quale la nostra identità sociale verrebbe meno; e dalla partecipazione che si collega all’esercizio effettivo di quelle virtu’ civili a cui mira da sempre l’educazione alla cittadinanza attivae che è possibile esercitare, in primo luogo nella comunità scolastica (A. Porcarelli).
Nelle Finalità generali delle Nuove Indicazioni 2012 si è posto un forte richiamo alla Carta Costituzionale (artt.2,3,30,33,34,117..) mission del sistema educativo di istruzione e formazione.
In riferimento sempre alle indicazioni nazionali del 2012 si incontra nel ” Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione “che nel suo complesso, riguarda l’insieme delle competenze per l’esercizio di cittadinanza (anche in riferimento alle competenze chiave di cui alla Raccomandazione del Parlamento europeo del 2006).
Specificamente riporta un passaggio che riguarda il nostro tema: “Ha cura e rispetto di sé, come presupposto di un sano e corretto stile di vita .Assimila il senso e la necessità del rispetto della convivenza civile.
Ha attenzione per le funzioni pubbliche alle quali partecipa nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro, occasioni rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà , manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato ecc.”
Essa costituisce un punto di aggancio per quelle che la Raccomandazione UE del 2006 chiama competenze sociali e civiche, che dovranno essere promosse e in qualche misura anche “certificate”.
Le scuole possono svolgere un compito strategico ,in rapporto alla crescita delle consapevolezze civiche di tutta la società: ”La presenza di comunità scolastiche , impegnate nel proprio compito , rappresenta un presidio per la vita democratica e civile , perché fa di ogni scuola un luogo aperto, alle famiglie e a ogni componente della società, che promuove la riflessione sui contenuti e sui modi dell’apprendimento ,sulla formazione adulta e le sfide educative del nostro tempo , sul posto decisivo della conoscenza per lo sviluppo economico, rafforzando la tenuta etica e la coesione sociale del nostro Paese”.
Nella presentazione generale della scuola del 1 ciclovi è un paragrafo ove si ribadisce l’importanza inerente la”costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un’ etica della responsabilità che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole.”
L’organizzazione delle aree che raggruppano i contenuti disciplinari(indicazioni nazionali 2012) presenta un’Area linguistico-espressiva (italiano , lingua straniera , arte, musica , scienze motorie);l’Area storico-sociale (storia e geografia) e quella matematico-scientifico-tecnologica (scienze matematiche , scienze naturali e sperimentali e tecnologia).
Credo che non soltanto i contenuti etici possono essere implementanti in un curricolo d’istituto attraverso Cittadinanza e costituzione ma anche attraverso le educazioni trasversali tra le quali è possibile inserire l’insegnamento della bioetica .
Questa disciplina, all’interno dell’impianto formativo(curricolo d’istituto), può offrire un contesto epistemologico significativo alle azioni che già si collocano nell’ambito delle altre educazioni .
In linea generale emergono tre grandi prospettive che possono fungere da scenario di riferimento per i diversi percorsi educativi e didattici dei diversi segmenti scolastici.
Orizzonti di significato relativi a questi temi “forti” sono:
- Il valore della vita
- La dignità della persona
- La ricerca della qualità della vita stessa.
Il protocollo d’intesa tra il Ministero della Pubblica Istruzione ed il Comitato Nazionale di Bioetica, circa l’insegnamento della Bioetica nella scuola italiana, offre a noi docenti, uno strumento in più ,per rispondere a tali interrogativi ,in linea di continuità, con quanto è stato fatto nel corso di questi ultimi anni.
L’obiettivo fondamentale del protocollo risulta quello di sviluppare iniziative comuni a favore delle scuole volte alla conoscenza dei problemi che scaturiscono dai progressi delle scienze in rapporto alla vita dell’uomo e delle altre specie e dall’uso delle biotecnologie, e all’acquisizione di consapevolezza delle implicazioni giuridiche, sociali e morali connesse a tali progressi.
Le attività previste dal Protocollo vengono distinte mediante l’elaborazione di materiale per la ricerca didattica ,la formazione del personale, la produzione di materiale didattico.
“La scuola deve promuovere il dibattito tra le diverse prospettive etiche che lo studente deve imparare a valutare in autonomia critica” (E.Morin :”La bioetica come sapere interdisciplinare e argomentativo”).
Personalmente sono convinta ,avendo sperimentato per due anni l’insegnamento della bioetica nel triennio della secondaria di 1 grado , che è possibile progettare un curricolo verticale in tutta la sua estensione (primaria , secondaria di 1 ) colmando l’attuale frammentarietà tra i diversi cicli scolastici , incrementando la continuità , cruciale strategia pedagogica ai fini di un armonico sviluppo della personalità dei ragazzi.
I problemi aperti dal mio punto di vista, risultano essenzialmente due ,il primo riguarda lo statuto epistemologico della disciplina a cui si aggiunge la necessaria formazione dei docenti.
Per la bioetica, ad esempio , si pone il problema, del suo statuto epistemico, nel momento stesso in cui essa, aspira a darsi una collocazione specifica propria, nell’orizzonte delle diverse discipline scientifiche.
In effetti , lo statuto epistemico della bioetica, non potrà mai differenziarsi ,dallo statuto specifico della riflessione etica , anche se di fatto essa va a collocarsi entro contesti di tipo normativo.
In quanto riflessione finalizzata quasi esclusivamente a scopo normativo, la bioetica non potrà far suoi il metodo ed i criteri dell’etica normativa.
In quanto riflessione fondamentalmente normativa, essa, non potrà, non presupporre, quelle problematiche di solito affrontate sul piano metaetico o rinviare ai diversi altri linguaggi dell’etica.
Finora la bioetica è stata introdotta nelle scuole, spontaneamente, da un certo numero di docenti, sollecitati dall’importanza sociale ed esistenziale che tale disciplina ha assunto.
La nostra formazione è stata affidata semplicemente, alla buona volontà ed alla capacità di iniziativa di ogni professionista riflessivo della conoscenza.
Attualmente ,si pone il problema, di un aggiornamento sistematico qualificato delle professionalità.
Scrive G. Deiana , nella sua “Lettera aperta ai professori”……(..)..”la bioetica affronta anche le questioni della vita animale di quella vegetale , dei problemi ambientali , configurandosi come bioetica estesa o globale . Essa si è articolata in molteplici settori : dalla biopolitica , alla bioeconomia , dal biodiritto alla bioteologia, dalla biofilosofia alla bioestetica ecc….sulle quali si possono far convergere tutte le discipline scolastiche, anche se, alcune, giocano un ruolo centrale , come ad esempio la biologia, la filosofia ed il diritto , o anche l’economia e la letteratura.”
L’approccio richiesto è necessariamente pluridisciplinare, dal momento che la bioetica costituisce un sapere rigorosamente trasversale ed esclude la configurazione di una disciplina scolastica autonoma.
Per la stesura di questo primo contributo mi sono avvalsa dei seguenti riferimenti bibliografici:
P.Cattaneo, A. M. Di Falco, Raccordo tra i cicli e verticalizzazione del curricolo, ed. La tecnica della scuola CT;
Intervento del Prof Corsi (unimc) al Policlinico Gemelli su: Bioetica e Pedagogia.Educare alla vita,educare ai valori,12/2/2007.
S.Leone,S.Privitera ,Dizionario di bioetica , ISB Acireale 1994.
S.Leone,S.Privitera ,Nuovo dizionario di bioetica CittaNuova.ISB Roma.Acireale 2004.
Normativa di riferimento , sito internet ministero istruzione università e ricerca : www.istruzione.it
A.C.Pellerito,Project work: “Progettazione del curricolo verticale in ambienti di apprendimento della scuola di base” Università degli Studi di Macerata A.A.2010/11
A.C. Pellerito, Interventi al forum/gruppo 5 ,Moduli 2 e 3,Unimc A.A.2010/11;
A.Porcarelli,Idee e strumenti per la didattica della bioetica,Valle Colorina(SO)2002
(A . Porcarelli :” Educare alla cittadinanza secondo Costituzione ? ”in :Rivista dell’istruzione n.5-2012 pp . 68-72)
Rivista specialistica “La vita scolastica”nn1-2-2007,pp20-23
Rivista dell’istruzione Numero monografico sulle indicazioni nazionali 2012,n.5 Anno 2012 p.68-72
Rivista Scuola &Città fascicolo n 4 /2001.
C.Tugnoli “La bioetica nel curriculum”15.10.2002
E.Morin :”La bioetica come sapere interdisciplinare e argomentativo” Raffaello Cortina editore.
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