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“Quello che rimane dopo una mareggiata”: nel quartiere Sperone di Palermo un murale dedicato a Biagio Conte

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Domenica 12 Febbraio, un mese dopo la scomparsa di fratel Biagio Conte, si è svolta a Palermo l’inaugurazione di un murale che ritrae il missionario laico. Fratel Biagio, nella nostra città, ha svolto una infaticabile attività per aiutare la parte più debole della nostra società: i poveri e gli emarginati.

di Dorotea Rizzo

L’autore del murale è l’artista Igor Scalisi Palminteri che, in pochissimi giorni e nonostante la pioggia intensa, è riuscito a realizzare questo capolavoro su un muro del quartiere palermitano dello Sperone, in via Giuseppe Di Vittorio, luogo al quale il frate laico scomparso era fortemente legato, e per il quale nutriva un profondo sentimento di speranza e di rinascita .

« Questo è un luogo che raccoglie migliaia di persone straordinarie, di bambini straordinari ma che non hanno i servizi adeguati e che non ce li hanno da tanto tempo, non solo da adesso. Dipingere i muri non è riqualificazione urbana – spiega l’artista Palminteri -, non è migliorare un territorio, ma vuol dire accendere un riflettore su questo posto che, ancora oggi, non è abbastanza oggetto di attenzione».

Il titolo del dipinto, commissionato da don Ugo Di Marzo, parroco della Comunità Pastorale Roccella-Sperone, è :”Quello che rimane dopo una mareggiata”, ed è stato realizzato anche grazie al supporto di : IACP, Rotary Club Palermo Libertà, Colorificio Di Maria, Associazione LCU Onlus, Siciliana Gru, ditta Torres e Fondazione Teatro Massimo.

Nel murale, realizzato dal Palminteri e ricavato da una foto di Massimiliano Ferro, è presente un’aureola che nei prossimi giorni verrà rimossa, come riferisce don Ugo di Marzo, visto che Biagio Conte non è ancora beato.

Riportiamo ancora le parole dell’artista Igor Scalisi Palminteri che ha spiegato quanto segue: «Biagio Conte guarda lontano, se seguiamo il suo sguardo, è rivolto verso Montepellegrino che è per eccellenza, per noi palermitani, il Monte Sacro, quello che ospita il santuario di Santa Rosalia. Fratel Biagio era un pellegrino, è un pellegrino, ma tornando a Palermo aveva capito che la strada che doveva percorrere era molto più breve, era quella per arrivare al prossimo, al quale ha dedicato tutta la sua vita.

Qui dove ho dipinto il muro all’inizio della sua missione Biagio ha eretto una croce, perché ha visto che questo luogo aveva bisogno di cura. Mi chiedo quanto è effettivamente cambiato questo luogo da 30 anni a questa parte, da quando è stata eretta quella croce? Quanto le amministrazioni hanno curato questo luogo? Noi siamo ancora qui, oggi, insieme a Biagio Conte in questo pellegrinaggio a puntare l’attenzione su questo luogo e continuiamo a dire che questo quartiere ha bisogno della cura di tutti ma se questa non arriva innanzitutto da chi ha il dovere di riservargliela vorrà dire che rimarrà un’azione vana.

Questa non è soltanto un’opera di commemorazione, è anche una denuncia: nel dipingere fratel Biagio, come faceva lui con i suoi digiuni, vogliamo denunciare il fatto che questo luogo ha bisogno delle nostre attenzioni. È un atto politico e spirituale che rivendica la bellezza e la cura per un luogo e principalmente per le persone che vi abitano. Noi insieme a Biagio vogliamo stare con chi non è visto, chi è escluso, emarginato»

Alla cerimonia di inaugurazione era presente anche l’assessore comunale all’Urbanistica e alla Mobilità sostenibile, Maurizio Carta: « Guardate le case di questo quartiere pensato per essere ricco, cominciamo a guardare il mare come bellezza di questo quartiere insieme ai bellissimi murales …Sento la responsabilità delle vostre domande, dobbiamo migliorare e fare in modo che arrivi il lavoro attraverso i servizi e le maestranze…».

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