Combattere la dispersione scolastica, trasmettere competenze professionali, valorizzare l’inventiva e la creatività dei giovani studenti palermitani, creando un modello che faccia da apripista per future esperienze anche in altri territori. Sono questi gli obiettivi di NautiLab il progetto sociale che ha preso il via a Palermo finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit” dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Nei prossimi mesi, infatti, gli spazi dell’Istituto Tecnico Settore Tecnologico Vittorio Emanuele III ospiteranno un vero e proprio cantiere nautico, dotato delle tecnologie più avanzate, dove gli studenti costruiranno una barca Mini 6.50 proto.
A guidarli il team che ha promosso il progetto: l’associazione L’Erbavoglio, l’stituto Vittorio Emanuele III, Yam Srl e assessorato alla Scuola del Comune di Palermo.
I protagonisti saranno 12 ragazzi neodiplomati, tra cui alcuni giovani che vivono condizioni di disagio sociale ed economico e alcuni ex-alunni dell’ITI Vittorio Emanuele III. Guidati da tutor esperti, i ragazzi si metteranno alla prova in cantiere per costruire il mini 6.50 che rimarrà a disposizione dell’istituto per le attività formative curriculari. Si tratta di una barca veloce che sarà realizzata per navigare: lunga solo 6 metri e mezzo e utilizzata per regate in solitario.
Gli studenti partecipanti che avranno diritto a un rimborso spese forfettario e al materiale didattico gratuito avranno la possibilità di maturare nuove competenze professionali spendibili sul mercato del lavoro.
Nella seconda fase del progetto gli educatori animeranno altre attività laboratoriali che coinvolgeranno almeno 150 studenti dell’istituto tecnico, con una forte rappresentanza femminile. Successivamente circa quattrocento studenti delle scuole medie visiteranno il cantiere, all’interno di un ampio percorso educativo incentrato sullo sviluppo sostenibile e sulla storia della città. Una trentina di questi ragazzi potranno provare l’imbarcazione, assistiti dagli ex-studenti dell’Iti che faranno da ciceroni illustrando le attività svolte.
“Avremmo potuto costruire una barca come centinaia di altre – afferma Francesco Belvisi, responsabile della progettazione e dell’area tecnica -, utilizzando un progetto che esiste già e tecnologie attuali. Sarebbe stato più semplice, più veloce, meno costoso. E, secondo noi, meno interessante e meno utile per tutti coloro che sono coinvolti. Invece abbiamo scelto di puntare sul nuovo, di anticipare i tempi invece di inseguirli. Abbiamo scelto un progetto ambizioso, che ci richiederà il triplo dell’impegno. Questo perché ci piacciono le sfide e NautiLab non sarà un laboratorio didattico come tanti altri, ma un cantiere di altissimo livello tecnologico, con una buona dose di sperimentazione. Ma non bisogna confonderlo con un esercizio stilistico o un esperimento da laboratorio: da qui uscirà una barca innovativa e competitiva, destinata a navigare, attraversare l’oceano e puntare a vincere le regate”.
“Il progetto nasce con una profonda attenzione a Palermo e alla Sicilia – spiega anche Marco Vella, coordinatore delle attività -, ma non intende certo fermarsi qui. Trattandosi di un modello scalabile e replicabile, altre realtà scolastiche di tutt’Italia potrebbero prenderlo ad esempio, adattandolo al loro contesto. In questi mesi dunque saremo impegnati non solo a portare avanti il progetto ma anche a raccontarlo, comunicarlo e a trovare partner con cui fare rete e avviare sinergie virtuose”.
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