Natale e rispetto dell’Islam
Da una decina d’anni nelle settimane precedenti il Natale, da alcune scuole del nostro Paese si alzano voci da parte di docenti che chiedono l’abolizione di tutti quegli eventi connessi alla nascita di Gesù.
La contestazione si fonda su una presunta mancanza di rispetto e tolleranza nei confronti dei tanti piccoli studenti di fede musulmana.
Il presepe e le varie recite offenderebbero la sensibilità di questi bambini e delle loro famiglie, per cui la soluzione è fare piazza pulita di tutti i segni della festività.
Ma siamo sicuri che la nascita di Cristo sia intollerabile per i membri della sunna?
L’Islam e la tradizione abramitica
L’islam è una religione nata sei secoli dopo la nascita di Cristo e fin dagli albori si è presentata come la continuazione e il compimento di una lunga tradizione che parte dal mondo semitico con Abramo, attraversa Mosè e Gesù, e che tocca il culmine nella figura del profeta Muhammed, il “sigillo dei profeti”.
Il messaggio di Dio all’uomo ha percorso tutta la storia dell’uomo per prendere forma e vita, o per citare Giovanni, “carne”, nel Corano, scritto dal Profeta con il tramite dell’arcangelo Gabriele.
Gesù nel Corano
A dispetto da ciò che comunemente si pensa, il Corano non è sganciato dai testi sacri precedenti, ma contiene al suo interno episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, tra cui l’annunciazione la natività.
Si trovano all’interno del terzo capitolo; la Sura della famiglia di Imram:
“E quando gli angeli dissero a Maria: “O Maria, Iddio ti annunzia la buona novella d’una Parola che viene da lui, e il cui nome sarà il Cristo, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’altro e uno dei più vicini a Dio”
Gesù è l’uomo che il popolo ebraico attende, è il Messia che deve portare un annuncio tanto grande da avere un posto privilegiato accanto a Dio, solo Muhammed sarà più grande.
I musulmani non si sganciano dalla tradizione, ma accettano la profezia che caratterizza la fede ebraica e vedono nel figlio di Maria colui che è mandato da Allah per la conversione dei cuori.
La nascita di Gesù nel Corano
“O mio Signore!, rispose Maria, Come avrò mai un figlio se non m’ha toccata alcun uomo?” Rispose l’Angelo: “Eppure Dio crea ciò ch’Ei vuole: allorché ha deciso una cosa non ha che da dire: Sii? Ed essa è” Ed egli gli insegnerà il Libro e la Saggezza e la Torah e il Vangelo, e lo manderà come Suo Messaggero ai figli d’Israele”.
In questo passo si evidenzia il parto virginale di Maria, che rende la nascita di Cristo qualcosa di speciale, senza precedenti; Gesù è chiamato a portare a compimento la Torah e ad annunziare la lieta novella al mondo, perché è ciò che Allah desidera. Nemmeno la verginità è un ostacolo per Lui.
Maria si dimostra essere un’eletta tra le donne e assume nell’islam una rilevanza tale da essere l’unica donna di cui si legge il nome nel Corano.
Una intera Sura è dedicata a lei. Ciò che Gesù porta nel mondo è un messaggio di amore e un invito al cambiamento, egli è un modello da seguire e il guaritore dalla malattia del peccato; parla a tutte le genti ed è custode e portavoce del volere di Allah.
Conoscenza, tradizioni, integrazione
Da questa lettura emerge chiaramente la sacralità e solennità della nascita di Cristo, che tutti i musulmani possono avere il piacere di festeggiare.
Una società veramente attenta all’integrazione e alla solidarietà con gli stranieri, dovrebbe conoscere realmente l’altro che accoglie, non rinnegando le proprie tradizioni, ma individuando quel punto di incontro, quel contatto con l’altro, che possa dar vita alla comunanza dei cuori che il Natale porta con sé.
Un bambino musulmano sarà lieto di unirsi ai festeggiamenti con gli altri compagni attribuendo un valore diverso, ma non per questo meno significativo, alla festa che, per i cristiani, da duemila anni spalanca le porte al Dio che viene.
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