Alcuni giorni fa, esattamente lo scorso 9 gennaio, all’interno della Cattedrale di Palermo, è stato presentato un libro che ripercorre la vita e l’impegno verso i poveri e gli emarginati del missionario laico, Biagio Conte, fondatore della “Missione Speranza e Carità”, scomparso il 12 gennaio dello scorso anno dopo una grave malattia, affrontata con una incrollabile fede fino alla fine dei suoi giorni.
“Ti posso chiamare fratello?” è il titolo del libro, edito dalla casa editrice San Paolo. Gli autori sono due giornalisti: Alessandra Turrisi e Roberto Puglisi.
Fratel Biagio ha sempre lottato per gli ultimi, dopo avere abbandonato uno stile di vita agiato per dedicarsi ai più deboli. La sua missione è iniziata dai portici della Stazione Centrale di Palermo, come ha ricordato don Pino Vitrano, erede di Biagio Conte, colui che sta portando avanti la sua Missione.
Il volume, già in libreria dal 13 dicembre, narra la storia di quel “piccolo servo inutile” dagli occhi azzurri illuminati dalla Fede, ma non solo… narra anche la storia di un uomo umile diventato punto di riferimento per tutti gli emarginati a cui è stata donata una seconda possibilità, una speranza.
“Ti posso chiamare fratello” non è un libro della memoria ma dell’oggi, dell’attualità.
Lo scopo del libro è quello di raccontare la storia di un uomo che è stato, e lo è ancora, capace di smuovere le coscienze, che ha pregato, digiunato e attraversato in pellegrinaggio l’Italia e l’Europa intera, con lo scopo di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni all’impegno, alla convivenza fra i popoli, all’attenzione verso i più fragili.
Una storia che non appartiene ormai al passato ma sempre attuale, in grado di ripetersi seguendo l’esempio del missionario e interrogandoci su ciò che si può continuare a fare.
“Sono convinto che la sua vita sia una nuova pagina di Vangelo che cresce e deve continuare a crescere in mezzo a noi“- ha spiegato l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.
La presentazione del libro è stata moderata dalla giornalista paolina, suor Fernanda Di Monte. Alcuni passi del libro sono stati letti dall’attrice palermitana Stefania Blandeburgo.
I giornalisti, autori del libro, hanno rinunciato al compenso derivante dal diritto d’autore per devolverli alla “Missione Speranza e Carità”.
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