di Dario Cataldo
Commozione e trepidazione per l’ultima udienza generale del pontefice dimissionario Benedetto XVI. Una folla oceanica era presente per l’ovazione al Santo Padre. La vigilia dell’ultimo giorno di pontificato di Papa Ratzinger è stata lunga e intensa. Nel corso del consueto incontro del mercoledì, non sono mancate le esortazioni e gli attestati di affetto alla moltitudine di gente accorsa. Particolare enfasi ha destato l’aver ripercorso le tappe fondamentali del suo pontificato: “Il 19 aprile del 2005 ho pensato: Signore, che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle ma se Tu me lo chiedi sulla Tua parola getterò le reti. Il Signore mi ha veramente guidato”. Come uomo tra gli uomini ha poi aggiunto: “In questi ultimi anni il cammino della Chiesa ha avuto momenti di gioia ma anche momenti non facili nei quali le acque erano agitate, il vento contrario e il Signore sembrava dormire. Ho però sempre saputo che in quella barca c’è il Signore, la barca della Chiesa non è mia”.
Incoraggiante e di grande esempio è la sua certezza, specie per ribadire un concetto che ad alcuni potrebbe essere sfuggito: “Non abbandono la croce ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Un Papa non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Non ritorno alla vita privata. Non avrò una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze, eccetera. Nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro”. Una scelta coraggiosa la sua, destinata a entrare nella storia. Un vero atto di amore aggiungerei, un gesto di affetto di un pastore verso il suo gregge. Gli ultimi scandali che hanno logorato e minato dall’interno le strutture ecclesiastiche hanno senz’altro contribuito alla scelta di Benedetto XVI, un uomo che a dispetto di chi lo ha descritto come un Teologo lontano dai fedeli, è stato capace di innovare e trattare di temi scabrosi e scottanti. Ha avuto il coraggio di affrontare il delicato tema della pedofilia, delineando una strada che porta alla netta condanna e all’immediato allontanamento di chiunque ne fosse coinvolto – all’interno delle strutture religiose.
Benedetto XVI è stato anche promotore di una visione più equilibrata verso le Chiese del Medio Oriente, a supporto di una minoranza quasi silenziosa che comunque esiste e deve essere salvaguardata. Basti pensare all’introduzione della lingua araba nelle udienze papali. Come intendere tale comportamento se non come atto di amore e rispetto per quelle piccole realtà cristiane che in Medio Oriente rischiano costantemente il martirio? In teatri di guerra e di lotte fratricide, i sacerdoti che si espongono in quei contesti sono degli eroi del nostro tempo, dei campioni della fede che il Papa ha riconosciuto ed esaltato durante il suo pontificato.
Emblematico è il parere che Padre Basel Yaldo ha fornito in merito all’operato di Benedetto XVI. Sacerdote Caldeo del Pontificio Collegio di Sant’Efrem e nativo di Baghdad, Padre Basel ha partecipato all’ultima udienza del Papa. “Siamo molto grati al Papa – afferma il presbitero iracheno – per quanto ha fatto per la Chiesa in Iraq e nella regione mediorientale, a cominciare dall’ultimo viaggio apostolico compiuto proprio in uno dei Paesi della regione, il Libano. Siamo fieri di essere cristiani del Medio oriente e vogliamo essere di esempio agli altri”.
Cosa lascia in eredità Joseph Ratzinger? Un pontificato lungo otto anni, nei quali non sono certo mancati titoli di giornali e dibattiti televisivi. Ma, cosa più importante, come lascito di amore incondizionato per la Chiesa, offre un esempio di vera umiltà. Conscio dei limiti che le sue cagionevoli condizioni fisiche potrebbero avere sulle sorti future per la guida di Santa Romana Chiesa, ha preferito farsi da parte, fare un passo indietro affinché al prossimo Conclave si elegga un Pontefice che sia in grado di affrontare le nuove sfide che attendono il Popolo di Cristo. Con l’Ateismo dilagante – ormai triste realtà, che per numero di adepti si piazza al terzo posto dopo la religione Cristiana e Musulmana – il pericolo del relativismo esasperato e i pericoli che cercano di sgretolare le fondamenta della Chiesa, non è più tempo di far finta di niente, di nascondere la testa sotto la sabbia. Nuove e rinnovatrici azioni attendono di essere compiute per il bene della Cristianità, seguendo la sempre viva strada del Vangelo. Ora più che mai siamo esortati alla preghiera, affinché lo Spirito Santo possa agire e indirizzarci verso la strada giusta, l’unica e percorribile: quella che porta alla Sequela Christi, quella che indirizza alla vera imitazione del Verbo Incarnato. Che la testimonianza del Santo Padre possa essere da esempio per un bagno di umiltà al quale ogni cristiano è chiamato, declinando le allettanti promesse di arrivismo e di protervia.
(27/02/2013)
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