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Una emozione per ogni scatto: all’archivio storico di Palermo una mostra fotografica dal titolo “In rosso”

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Foto di Dorotea Rizzo

E’ stata inaugurata, giovedì 27 aprile, alle ore 18, alla presenza di un pubblico numeroso, presso l’Archivio Storico Comunale di Palermo, “In rosso”, la personale fotografica di Massimiliano Ferro, curata e organizzata da Graziella Bellone. La mostra   durerà fino al 7 maggio; l’ingresso è gratuito.

Massimiliano Ferro nasce a Palermo. Il suo primo approccio alla fotografia ha luogo in tenera età, quando riceve in dono dal padre la sua prima macchina fotografica: una Zenith 122.

Durante l’inaugurazione sono intervenuti: Giampiero Cannella Assessore alla Cultura, Eliana Calandra Consulente Culturale del Sindaco e Claudia Fucarino Responsabile Gestione Culturale del Comune. L’esposizione delle 32 fotografie a colori rientra nel progetto “In rosso” che Massimiliano Ferro ha coltivato negli anni, nato per caso in seguito a uno scatto per strada, in cui il rosso di un elemento lo ha colpito ed emozionato tanto da indurlo a ricercare, in altri momenti quotidiani, quell’energia e quella vibrante vitalità insita in un particolare da cogliere e immortalare.

“La mostra mette in dialogo tra loro immagini in cui, come dal titolo, il filo conduttore è il rosso, colore archetipico, carico di storia e ricco di simbolismi- spiega Graziella Bellone, la curatrice della mostra –, un “rosso senza limiti” che incarna da sempre molteplici significati metaforici, riscontrabili nelle immagini presentate nella raccolta che si rivela attraverso una situazione, un dettaglio, un oggetto o una scena. Così lo sguardo attento ed appassionato di Massimiliano Ferro ha saputo catturare la magia e il prodigio di un dato, di un soggetto, tramite la sua macchina fotografica, rendendo speciali le sue immagini in rosso”.

Foto di Dorotea Rizzo

“Una mostra tutta da vedere, in questo luogo magico e suggestivo – spiega l’assessore alla cultura, Giampiero Cannella-, un luogo centrale della cultura palermitana … C’è molta antropologia nelle foto di Massimiliano Ferro in cui il tema del rosso, il filo conduttore, è stato scelto dopo avere scattato le foto e non prima, come avviene di solito. C’è molta attualità e molto della vita comune nelle foto che solo un occhio attento di un fotografo sensibile come Massimiliano Ferro può fissare in un istante, in uno scatto fotografico”

Per addentrarci ancora di più e capire   il senso della mostra ho intervistato l’artista che gentilmente mi ha spiegato quanto segue:

Perché ha scelto nei suoi scatti come colore predominante il rosso?

«Il rosso è uno dei colori predominanti nella fotografia insieme al verde e al blu, in tutto sono tre. Un giorno, passando da Piazza Politeama, vidi  una elegante signora, mi colpii il suo passo e il colore rosso della borsa. Si tratta di scatti fugaci in cui mi soffermo su momenti di ordinaria quotidianità come può fare un fotografo di strada che ama cogliere la realtà delle cose senza contaminarle, a una distanza minima, ravvicinata, senza mai osare ingrandire le immagini con la tecnica dello zoom. E’ una percezione vera e reale quella che devo sentire addosso in tutti i miei scatti, come l’odore della strada che riesco a percepire.

Foto di Dorotea Rizzo

Nel caso specifico sono partito dal colore rosso, andando a cercare a ritroso nei miei archivi in tutti gli altri scatti, nell’arco temporale che va dal 2016 al 2023, quelli in cui era presente un punto di rosso. Il rosso è un colore importante, è il colore della vita; il nostro sangue ha questo colore, un colore fortemente simbolico se pensiamo al colore rosso porpora del “Ballo dei diavoli” a Prizzi, durante la Pasqua. Si tratta di una sperimentazione che ho voluto fare su qualcosa che non deve però   condizionarmi   partendo solo   da un punto di vista specifico, e per questo mi sono dato un tempo ben determinato e abbastanza veloce.

La fotografia infatti non si ferma a una immagine, né tra le immagini esiste un filo conduttore, ma va oltre   e proprio per   questo è libera da ogni forma di condizionamento. Ecco…attraverso i miei scatti celebro questa forma di libertà che l’artista di strada possiede; quella di spaziare dove vuole, attraverso immagini tristi o più allegre, che vede e che sente contemporaneamente».

Mi congedo dalla mostra non senza un filo di malinconia, allontanandomi da un luogo che non a caso Eliana Calandra, Consulente Culturale del Sindaco, ha definito” tempio della memoria cittadina”, un luogo degno di ospitare mostre all’altezza della sua importanza come quella del nostro artista che, in ogni scatto, è riuscito a trasmettermi  delle fortissime emozioni,  riportandomi  alle radici, alle tradizioni della mia…della nostra terra .

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