The Economy of Francesco. Economia, persona, ambiente
Nel prossimo mese di marzo si svolgerà ad Assisi un incontro internazionale di giovani studiosi e operatori dell’economia intitolato The Economy of Francesco. Convocati da papa Francesco, i partecipanti all’evento discuteranno delle sfide dell’economia globale a partire dalla visione umana, spirituale e sociale presente in Evangelii gaudium e in Laudato si’.
Delle questioni connesse alle finalità e allo svolgimento dell’incontro, discutiamo con Davide Capodici. Responsabile dell’ufficio Progetti del Consorzio Sol.Co. Rete di Imprese Sociali Siciliane, Vicepresidente dell’associazione culturale Alcide De Gasperi e coordinatore del movimento Open politiche aperte, Capodici è stato selezionato per partecipare a The Economy of Francesco.
– Ad Assisi, oltre 2000 giovani provenienti da 115 nazioni discuteranno a partire dal magistero di papa Francesco e verso una nuova economia. Nello specifico, quali sono le finalità dell’iniziativa?
L’iniziativa è stata lanciata da Papa Francesco con il messaggio Ai giovani economisti, imprenditori e imprenditrici di tutto il mondo il 1° maggio 2019; in quel messaggio il Papa si rivolgeva personalmente ai Giovani che stanno iniziando a “studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda.” E li invita ad un evento che metta in relazione questi giovani attori del cambiamento con l’obiettivo di fare un patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani.
Papa Francesco, nel suo messaggio, chiede ai giovani di rianimare l’economia, e per farlo li convoca in un luogo molto importante per il cristianesimo e il cattolicesimo, ovvero la città di Assisi. Assisi, non è solo la patria di San Francesco, ma è anche un luogo che Giovanni Paolo II ha aperto al mondo lanciando un messaggio ecumenico di tolleranza e pace. Papa Francesco, sulla scia del suo predecessore, rilancia il simbolo di Assisi nell’ottica di un’alleanza per il futuro, in modo che diventi la capitale dell’economia sostenibile, circolare, di condivisione. Un punto di partenza per tracciare una via, che arriva forte nella prospettiva di incidere positivamente su una scienza come l’economia, che da sempre è stata studiata solo dai professionisti del settore e relegata a materia “tecnica” su cui è difficile intervenire.
Di fatto con Assisi, si prenderà una posizione, i giovani professionisti del settore, con garante Papa Francesco definiranno le linee guida della nuova economia. Giovani dirigenti d’impresa, changemakers, e studiosi si confronteranno e ascolteranno eminenti esponenti di caratura internazionale sulle tematiche: lavoro e cura; management e dono; finanza e umanità; agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione; policies for happiness; CO2 della disuguaglianza; business e pace; economia e donna; imprese in transizione; vita e stili di vita. Con la sfida di legare aspetti all’apparenza diversi, ma intimamente collegati.
– Più che un convegno, The Economy of Francesco è un processo già iniziato nei territori che troverà sintesi e rilancio nell’evento di Assisi. Quali attività avete cominciato a programmare e a realizzare in vista dell’incontro di marzo?
In vista dell’incontro di Assisi, in tutto il mondo si stanno tenendo degli eventi denominati Towards. Il consorzio Sol.Co. durante l’happening della solidarietà che si è tenuto a Catania il 13 e il 14 dicembre scorso ha organizzato un evento Towards, intitolato “Verso Economy of Francesco percorsi di Economia civile”, i giovani a dialogo con Leonardo Becchetti fondatore di Next, del presidente di Confcooperative-Federsolidarietà Stefano Granata, del presidente di Fondazione Ebbene Edoardo Barbarossa e di Andrea Pastore, responsabile delle attività istituzionali della Fondazione di comunità salernitana.
L’evento si è svolto in una cornice particolare ovvero la conclusione dell’Hackathon di innovazione sostenibile organizzato durante l’Happening ed è stato introdotto dalla presentazione delle idee imprenditoriali formulate dai gruppi di giovani innovatori che hanno partecipato alla manifestazione. Gli stessi giovani poi hanno partecipato al “dialogo” interagendo e rivolgendo alcune domande ai relatori. È stata un’esperienza singolare e molto proficua per discutere con i giovani e sentirli realmente come interlocutori credibili, durante il confronto è emerso molto entusiasmo e volontà di cambiamento. È stata senza dubbio un’esperienza significativa che ci ha spinto ad investire sui giovani, cosi sulla scorta di Hackathon/Happening abbiamo intrapreso un percorso laboratoriale chiamato HUB di Economia Civile che ci condurrà all’evento di marzo.
L’obiettivo è quello di coinvolgere i giovani, dai 18 ai 35 anni, in un percorso preparatorio a The Economy of Francesco iniziando un confronto sulle tematiche di Assisi. Abbiamo programmato 4 incontri del laboratorio accreditati come Towards presso il sito ufficiale di The Economy of Francesco (https://francescoeconomy.org/it/towards-the-event/) nelle date del 13 – 20 – 27 febbraio e 5 marzo 2020 a Catania. Abbiamo anche in programma un evento a Caltanissetta, nei primi di marzo. L’auspicio è quello di mettere le idee in movimento e contaminare quanti più territori/gruppi e giovani possibili. In modo che dopo Assisi ci sia spazio per attuare il patto che faranno i giovani Papa Francesco.
– La crisi economico-politica dell’Occidente è sotto gli occhi di tutti. Dalle ceneri di una società fatta di contraddizioni e cultura dello scarto, papa Francesco vuole generare percorsi e visioni capaci di svilupparsi nel futuro. Ma, a tuo parere, è possibile cambiare l’economia attuale e dare un’anima a quella del futuro? Come?
I cambiamenti sono sempre possibili se ci sono persone di buona volontà che scelgono di attuarli, lo scenario odierno è chiaro, il nostro sistema economico non è sostenibile, si è sempre pensato al presente e non al futuro; in un’epoca di grandi e veloci cambiamenti, come quella in cui viviamo è opportuno condurre delle riflessioni critiche sulle speculazioni economiche, poco sostenibili, che hanno segnato negativamente lo sviluppo di alcuni paesi. Dopo poco più di dieci anni dall’ultima crisi economica globale, nell’era della quarta rivoluzione industriale, occorre correre ai ripari e cercare nuove forme di impresa che siano in grado di generare valore non solo economico ma anche sociale.
Nel contesto storico in cui viviamo si sta finalmente iniziando a prendere consapevolezza del posto in cui siamo, recenti movimenti fanno ben sperare, vedo nei giovani maggiore attenzione verso il futuro partendo da azioni concrete nel presente. Quello che bisogna fare è rendere questi movimenti di consapevolezza, azioni di sistema, ovvero strutturare nella società una cultura diversa, contraria alla logica dello scarto, sia esso ambientale, economico o umano; Papa Francesco in quello che alcuni definiscono come il terzo sigillo nel suo pontificato – dopo l’impegno per la Pace in Siria e l’enciclica Laudato si’ – vuole investire sui giovani per invertire questa tendenza.
Di fatto al giorno d’oggi l’economia delle start up, genera importanti capitali con una velocità elevatissima, imprese che nascono incidono e muoiono in tempi veramente molto stretti. Da Assisi si vuole ripensare l’idea stessa d’impresa. L’impegno che possiamo assumerci oggi, al netto dell’impegno personale su un corretto uso delle risorse, è senza dubbio quello educativo, dobbiamo farci carico delle nuove generazioni e fornirgli gli strumenti per poter esprimersi e conoscere il mondo che vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli.
– Fra gli organizzatori dell’evento The Economy of Francesco ci sono realtà cattoliche. Qual è il contributo che il cristianesimo può dare all’economia e alla politica dei nostri tempi?
Il cristianesimo può senza dubbio dare il proprio contributo alla luce del messaggio evangelico di cui è portatore. Sia l’economia che la politica condividono la medesima situazione di crisi, con gli effetti nefasti che bene conosciamo. La visione cristiana presuppone una particolare responsabilità verso la società e il prossimo e di conseguenza verso l’economia e la politica. Sono del parere che i cristiani debbano, per rispondere al proprio credo, occuparsi di queste dimensioni in prima persona, non per forza essendo protagonisti nelle istituzioni, o nei luoghi di rappresentanza ma cercando nel quotidiano di essere credibili e testimoni della propria fede.
Dal punto di vista politico, ogni giorno subiamo il messaggio travisato dei simboli religiosi utilizzati come arma di “distrazione di massa”, e assistiamo inermi all’attuazione di scelte politiche che poco hanno a che fare con la morale cristiana. Il paradosso è che tutte le forze politiche in gioco oggi rivendicano la loro appartenenza alla chiesa, come se bastasse quello per essere in regola.
Così alla luce di questa deriva, l’impegno da privilegiare, a mio modesto parere, deve essere quello educativo, occorre seminare oggi per raccogliere domani. Il contributo dei cattolici per la politica e per l’economia, non può che essere quello di impegnarsi per rimettere al centro la persona e ridare valore all’idea di “pensiero” per rianimare la politica e l’economia, come ci chiede Papa Francesco.
Fra le migliaia di giovani che hanno richiesto di partecipare a The Economy of Francesco, sei stato selezionato. Cosa ti aspetti da questo appuntamento?
Quest’appuntamento, come è già stato detto, non è solo un evento a cui prendere parte, ma un processo già iniziato che vuole proseguire oltre l’incontro di Assisi. L’aspettativa è alta, dato il livello internazionale dell’evento e gli esperti che saranno presenti. Credo che sia un’ottima opportunità per poter crescere ed avere nuovi stimoli e strumenti da mettere a disposizione della realtà da cui provengo, che mi ha dato la possibilità di poter partecipare ad Economy of Francesco, e nel quotidiano nel mio personale impegno politico sociale.
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